La cistite interstiziale (CI) o sindrome del dolore vescicale (PBS) è una malattia cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dello strato più superficiale della vescica (strato di GAG), che la rende sempre più sensibile ad ogni stimolo provocando sintomi quali: elevata frequenza minzionale, urgenza, dolore sovrapubico, capacità vescicale molto limitata, nicturia.
Una corretta diagnosi infatti di solito arriva dopo svariate visite specialistiche, esami invasivi e diagnosi di psicosomatizzazione.
- Il ritardo diagnostico
- Cistoscopia in idrodistensione
- Risonanza magnetica
- Diagnosi differenziale
- Test di Parson
- Proteina APF
Il ritardo diagnostico
A causa dei sintomi simili a malattie infettive ginecologiche o urologiche, la PBS/CI spesso è trattata con inutili antibiotici per lunghi anni, anche di fronte all'evidenza di esami colturali negativi.
Ciao!
Ho 63 anni e sono ammalata da 31. Ho cominciato con i primi disturbi infatti nel 1984. (...) Nessuno mi consiglia un urologo fino al 1992, (...) Eseguo cistoscopia, urodinamico, urografia, cistografia, clisma opaco, risonanza, elettroencefalogramma, scintigrafia. (...) Il mio fisico è molto debilitato. Comincio a girare in altri Ospedali, ovunque c'è una speranza, a Monza eseguo una elettromiografia pelvica, a Genova mi consigliano di togliere utero ed ovaie, oltre alla vescica, non ascolto, per fortuna. Poi Padova, Varese, l'inferno. Non so quante volte al giorno mi piego in due dal male, sono incontinente. Scrivo a tanti medici ma nessuno ascolta il discorso "dolore", forse perché ancora sorrido. Nel 1997 eseguo una distensione idraulica della vescica ed arriva la diagnosi, a 13 anni dai primi disturbi: cistite interstiziale.”
31stAB12 , 12/08/2015 (cistite.info)
Tale ritardo diagnostico implica un peggioramento del quadro clinico con coinvolgimento di apparati vicini e riduzione dell'efficacia terapeutica.
“qui non c'è niente da fare, non entra più nulla! Con la C.I. è così, infatti ti dicono che ci sono tanti modi per fare l'amore!
Alla visita si è spaventato ("Oh, povera signora!") per la condizione locale.
Sono 24 anni che porto il pannolone e ho quasi un decubito, con il caldo di quest'estate poi! Ma non c'è via d'uscita poiché sono incontinente. Ì
Ma non voglio scoraggiare voi, che siete più giovani di me. Il problema è che si sono persi tanti anni per la diagnosi ed allora nessuno ci capiva nulla. Ora è diverso, qualche passo si è fatto. A noi allora ci mettevano un dito sulla fronte e dicevano che il problema era solo lì. "Malattia del comportamento". Maledetti!”
31stAB12 , 15/08/2015 (cistite.info)
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Cistoscopia in idrodistensione
Fino a qualche anno fa la diagnosi di PBS/CI veniva effettuata attraverso la cistoscopia in idrodistensione.
L'idrodistensione consiste nell'introduzione in vescica, tramite cistoscopio, di soluzione fisiologica, che provoca una pressione interna tale da dilatare la vescica e distenderne le pareti per una migliore osservazione dell'urotelio. In caso di PBS si nota assottigliamento epiteliale e in caso di CI anche glomerulation (punti di sanguinamento) e talvolta ulcere di Hunner (vere e proprie ferite). Contestualmente alla cistoscopia viene effettuata anche la biopsia per verificare la presenza di mastociti nei tessuti analizzati.
L'idrodistenzione provoca dolore sia durante l'effettuazione dell'esame (che infatti viene eseguito in anestesia), sia nei giorni successivi per scomparire dopo 2/4 settimane. La cistoscopia con idrodistensione, vista la sua invasività e le possibili complicanze, dovrebbe essere prescritta come ultimo esame, da effettuare solo dopo aver escluso altre patologie con sintomatologia simile e dopo aver effettuato esami meno invasivi.
La cistoscopia in idrodistensione
Risonanza magnetica
Un recente studio effettuato dal Dr Porru ha rilevato che la diagnosi di CI può essere effettuata anche con la risonanza magnetica senza mezzo di contrasto. Questo esame consente di escludere la CI in molti pazienti, che grazie a ciò non dovranno subire inutilmente un'invasiva cistoscopia in idrodistensione, che verrà riservata ai pazienti risultati positivi o dubbi alla risonanza.
Diagnosi differenziale
Alcune nostre utenti ci riferiscono che la diagnosi di PBS/CI può essere effettuata esclusivamente sulla base di sintomi urinari caratteristici e sull'esclusione di patologie dalla sintomatologia simile.
“allora, volevo dire a tutte che a Chiara62 le ha rilasciato la richiesta di esenzione per malattia rara senza farle la cistoscopia. Anche lui è ormai del parere (come del resto ormai quasi tutti) che la cistoscopia sia una inutile tortura per chi ha chiari sintomi di CI. Esiste una diagnosi per esclusione; intendo dire che se citologia urinaria, colture e altri esami sono negativi e non c'è nessun problema oggettivo ed anatomico allora si arriva alla diagnosi di CI.”
Poplife (21/03/2007) (freeforumzone.leonardo.it)
Sintomi caratteristici necessari per porre diagnosi di PBS/CI:
- capacità vescicale minore di 350cc valutabile attraverso l'esame urodinamico e per alcuni urologi anche solo attraverso il diario minzionale
- urgenza urinaria (già a 100ml di riempimento vescicale)
- frequenza (superiore alle 7 minzioni in 12 ore diurne e superiore alle 2 minzioni notturne)
- presenza dei sintomi da almeno 9 mesi
- dolore vescicale
- età non inferiore ai 18 anni
- inefficacia di antibiotici, antimuscarinici, antinfiammatori, antispastici
- assenza di contrazioni involontarie vescicali
Patologie dalla sintomatologia simile alla PBS/CI che vanno escluse per porre diagnosi di PBS/CI:
- Patologie urologiche: cistite batterica (l'urinocoltura dovrà essere negativa in 2/3 rilevazioni consecutive effettuate nell'arco di 3 mesi, nell'uomo anche la spermiocoltura per escludere prostatite batterica), tumori vescicali (l'esame citologico delle urine deve essere negativo in 3 rilevazioni consecutive), diverticoli uretrali (cistografia negativa), calcoli vescicali (ecografia negativa), cistite da radioterapia o da cause chimiche (cistite post-attinica, cistite da ciclofosfamide o altri agenti), tubercolosi urinaria, patologie renali.
- Patologie genitali: vaginiti o vaginosi (tampone vaginale negativo anche ai germi meno comuni quali Clamidya e Mycoplasma), tumori genitali (pap test negativo), prolasso vaginale, endometriosi, aderenze, salpingite tubercolare, sindrome da congestione pelvica, cisti ovariche, dispositivi intrauterini, dolore miofasciale della parete addominale, difetti posturali.
- Patologie neurologiche: iperattività o dissinergia detrusoriale (urodinamica negativa), mialgia del pavimento pelvico, sindrome del piriforme, intrappolamento del nervo pudendo, lesione del midollo spinale o della radice nervosa secondaria alla colonna vertebrale.
- Patologie intestinali: malattia infiammatoria intestinale, sindrome dell' intestino irritabile, cancro del colon, malattia diverticolare, costipazione cronica, colite, emorroidi.
- Patologie pelviche: sindrome da congestione pelvica, patologia retroperineale, malattia infiammatoria pelvica.
Test di Parson
La diagnosi si può inoltre avvalere del test di Parson (o test del potassio). Consiste nell'instillazione di potassio in vescica. Se compare dolore vuol dire che c'è un deficit di GAG ed il potassio riesce a passare nello strato interstiziale sottostante, più fragile e sensibile, provocando forte irritazione e dolore.
Proteina APF
Un'alternativa diagnostica non invasiva è la ricerca nelle urine dei Pazienti affetti da CI/PBS della proteina APF (fattore antiproliferativo), che pare impedisca alle cellule uroteliali di riprodursi per riparare gli eventuali danni del tessuto e la normale sostituzione delle cellule vecchie/morte.
Le ricerche sulle possibilità diagnostiche di questa proteina sono ancora in fase di studio, così come le ricerche di altri marcatori quali il GP51, l'EGF, l'IGF, le interleuchine e l'HB-EGF(Heparin-Binding Epidermal Growth Factor ). Lo studio di questi marcatori potrà apportare importanti scoperte non solo in campo diagnostico, ma anche in quello terapeutico.