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A cura del Dr Carlo Rappa
(Ginecologo, Napoli)

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La corretta posizione di utero e vescica è garantita da strutture (legamenti), che hanno un'azione di sospensione e da “fasce” che hanno una azione di ancoraggio ai muscoli pelvici o, lateralmente, ai tendini.

Quando i muscoli, le fasce, i legamenti e/o tendini si rompono o si allentano, si crea la discesa della vescica o dell’utero. Il prolasso della vescica e/o dell’utero è inteso come una discesa di questi organi attraverso il canale vaginale. Tale discesa è misurata in gradi avendo come riferimento l’area vulvare.

Se la discesa supera l'area vulvare si parla di prolasso di terzo grado ed è quindi necessario intervenire chirurgicamente.

 

 

Prolasso della vescica (cistocele)

2Il prolasso della vescica  (cistocele) costituisce la tipologia più comune di difetto del pavimento pelvico; si verifica quando la porzione anteriore della vagina perde il proprio supporto. La vescica si abbassa e spesso protrude oltre l'introito vaginale. Alcune forme più severe di cistocele possono causare difficoltà di svuotamento, provocando ristagno urinario e, di conseguenza, proliferazione batterica con aumento del rischio di sviluppare cistiti ricorrenti.

 

 

Prolasso dell’utero

3Nel prolasso dell'utero le strutture di supporto pelvico collassano e l'utero si abbassa nella vagina fino a fuoriuscire dalla vulva.

Molto spesso anche altri organi pelvici vicini perdono la propria posizione fisiologica cedendo insieme all'utero.

 

 

I sintomi del prolasso

I sintomi del prolasso uterino e/o vescicale possono essere i seguenti:

 

La terapia chirurgica

Quando il prolasso non supera il secondo grado, il problema è risolvibile attraverso una buona riabilitazione del pavimento pelvico. Per gli altri gradi di prolasso superiori al secondo la chirurgia è la principale cura.

La via preferenziale della chirurgia del prolasso è quella attraverso la vagina e deve essere una chirurgia di ricostruzione per riposizionare al livello giusto la vescica o la cupola vaginale, dopo aver tolto l’utero, sempre per la via vaginale.

La chirurgia deve essere “sito-specifica” ossia si deve intervenire per risolvere il tipo specifico di prolasso e non è necessario asportare sempre l’utero.

I vantaggi della chirurgia vaginale:

  • tempi di recupero brevi
  • ridotta ospedalizzazione
  • ridotto dolore post-operatorio
  • no cicatrici antiestetiche
  • anestesia compatibile con età e patologie.

Oggi giorno la chirurgia vaginale viene eseguita senza nessun tipo di materiale (la cosiddetta “retina in polipropilene”) in quanto l’organo di vigilanza americano FDA ha vietato la commercializzazione e l’impianto per via vaginale di questo materiale in considerazione della scarsa efficacia e delle eccessive complicanze, principalmente l’erosione della protesi in vagina e il dolore pelvico cronico. Pertanto si parla di una chirurgia “fasciale” che utilizza i tessuti nativi della paziente appositamente ricostruiti per riportare nella posizione originale la vescica o la cupola vaginale.

Questo riposizionamento risolve gran parte dei sintomi e fastidi del prolasso. Pertanto in mani esperte, la chirurgia per la via vaginale è la principale cura del prolasso della vescica e dell’utero con grado superiore al secondo.

 

Video della diretta tenuta dal Dr. Carlo Rappa il 12-09-2021

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