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Articolo a cura di Xiomara Leiva

Quando soffrivo di candida, l’idea di avere un rapporto sessuale era lontano dai miei pensieri. Non riuscivo a tollerare il bruciore e il dolore che provavo; sia durante il rapporto che alla fine. Ho sempre vissuto con molto disagio tutto. Il pensiero ricorrente del mio problema ha influenzato molto la mia vita e principalmente la relazione di coppia. L’intimità con mio marito era sterile e poco appagante, fino a quando è scattato dentro di me un bisogno di esplorarmi e conoscermi.

In quegli anni decisi di prendermi cura di me stessa, avevo trascorso troppi anni della mia vita a soddisfare i bisogni delle altre persone, era molto difficile per me dire di no; così mi trovavo spesso incasinata pur di soddisfare le aspettative altrui.

Inizia prima di tutto a fare ginnastica pelvica passiva con le palline, contemporaneamente mi affidai ad un counselor per risolvere alcuni conflitti con il mio femminile e con il ruolo di donna nella mia famiglia, per poi giungere alla scoperta dell’autoerotismo. Questo è un breve riassunto di qualcosa che in realtà fu molto più lungo e intenso. Iniziai a esplorare il mio corpo, cercavo di comprendere come reagivo emotivamente e quali pensieri si manifestavano nella mia testa. Non giungevo mai a pratiche masturbatorie, lo scopo dell’autoerotismo che stavo sperimentando non aveva nessun collegamento con pratiche sessuali o finalizzate alla stimolazione genitale.

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Trascorrevo del tempo ad ascoltare musica e in questi momenti rilassavo il mio corpo attraverso pratiche di respirazione; toccavo il corpo con approcci sempre diversi, usavo, per quanto possibile tutti i sensi. Successivamente iniziai ad osservarmi, prima direttamente e poi attraverso lo specchio. Mi sentivo come una bambina curiosa, senza giudizio, alla ricerca e alla scoperta di tutta me stessa, con lo stesso entusiasmo di una bambina che apre i regali di Natale.

Con il tempo mi resi conto, che avevo trascorso tutta la vita all’esterno del mio corpo, completamente lontana da me. Iniziai ad apprezzarmi e a valorizzare me stessa, soprattutto senza giudicarmi. Questo processo auto-esplorativo continuò per alcuni mesi.

Presa dall’entusiasmo e dal nuovo atteggiamento, decisi di coinvolgere mio marito e riprendere i rapporti sessuali; ma questa volta sarebbe stato diverso. Inizialmente mi concentrai sui preliminari e sul gioco; dedicammo molto tempo a questa fase, per me era importante recuperare la fiducia che tutto sarebbe andato diversamente, e per un po’ di tempo ci concentrammo molto sul contatto corporeo escludendo l’atto penetrativo. Per me si è rivelata la mossa vincente e mio marito in questa fase è stato fantastico: ha saputo attendere e mi ha lasciata libera di sperimentare. Questo è stato molto importante per me.

In quel tempo soffrivo ancora di candida, ma dentro di me iniziavo a sentire un certo benessere e le preoccupazioni che mi assalivano poco prima di un rapporto cominciarono a svanire. Iniziai a preoccuparmi meno degli altri, ad accogliere ciò che la vita mi donava ma soprattutto iniziai a prendermi del tempo per me stessa.

Mio marito ha saputo attendere, è stato dolce e ha capito quanto importante fosse per me procedere per gradi. A distanza di qualche mese iniziai a provare piacere e desiderio, questo mi stimolava a cercare mio marito, con il quale ripresi i rapporti completi. Era il periodo 2012-2013; un fase della nostra vita di coppia molto difficile, che ci ha messo a dura prova, ma ne siamo usciti vincenti.

Da quel momento la candida mi scomparve completamente, oggi sono qui a scrivervi, perché se da un lato ho risolto qualcosa che mi aveva condizionato la vita, da un altro lato è stato l’inizio di un nuovo modo di vivere la sessualità.

Sono 10 anni che guido altre donne a prendersi cura di se stesse: le aiuto a capire l’importanza di esplorarsi e conoscersi in modo graduale, attraverso un contatto interiore e corporeo più naturali e coerenti con il proprio sentire.

Quando una donna si trova ad affrontare un’infezione genitale, tutto di lei viene coinvolto. L’infezione influenza lo stato d’umore, le emozioni, i pensieri, i comportamenti e le percezioni, fino ad influenzare il compagno. Lo stress emotivo limita il piacere, che in molti casi porta la coppia ad un allontanamento. Il partner ha un ruolo molto importante nella relazione, e prima la coppia lo comprende tanto prima sarà possibile migliorare la qualità dell’intimità. Molto spesso nell’immaginario femminile si manifesta un rifiuto per il rapporto sessuale, per poi diventare un pensiero auto-avverante. Qui entrano in gioco retaggi culturali e credenze, dove “fare sesso” significa obbligatoriamente avere rapporti penetrativi. In questi casi non è possibile affrontare la sessualità come ci è stata spiegata o come noi l’abbiamo interpretata. L’intimità sessuale ti chiede un contatto diverso, meno immediato e diretto, che ti accompagni a una esplorazione consapevole e dolce dell’intimità. Il tuo corpo, in un certo senso, ti “obbliga” a vivere una nuova sessualità, meno concentrata alla performance e al risultato.

Esplora il tuo corpo, guida il tuo lui e poi lascia che lui guidi te.

Un nuovo contatto ti permetterà di connetterti ad un approccio amorevole, delicato, sereno, in armonia, rassicurato e molto altro, con il passare del tempo ne beneficerai a tutti i livelli.

L’autoerotismo di coppia è un rimedio naturale che sostiene la consapevolezza e il piacere, per riscoprire dentro e fuori se stessi una nuova intimità.

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Le informazioni riportate in questo sito in nessun caso vogliono e possono costituire la formulazione di una diagnosi medica o sostituire una visita specialistica. I consigli riportati sono il frutto di un costante confronto tra donne affette da patologie urogenitali, che in nessun caso vogliono e possono sostituire la prescrizione di un trattamento o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Si raccomanda pertanto di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.