Il pH (Potentia Hydrogeni) indica il grado di acidità di un liquido o di una sostanza. Può variare da 0 a 14. In questa scala il 7 rappresenta il valore neutro. Tutti i valori superiori a 7 sono da considerarsi alcalini (o basici), mentre tutti quelli inferiori a 7 sono acidi.
- L'equilibrio
- Fattori alcalinizzanti
- Acidosi tissutale
- In caso di acidosi
- Fattori acidificanti
- In caso di alcalosi
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L'equilibrio acido/base
Il nostro organismo per poter funzionare bene deve utilizzare energia, che ottiene attraverso il metabolismo di grassi, carboidrati e proteine. La produzione di energia avviene nelle cellule dei tessuti corporei e poiché genera dannose scorie generalmente acide, queste devono essere eliminate per evitare che restino all'interno dei tessuti. Dai tessuti quindi questi scarti passano nel circolo sanguigno e arrivano agli organi emuntori deputati alla loro eliminazione: l'apparato digerente (attraverso le feci), l'apparato urinario (attraverso le urine), l'apparato respiratorio (attraverso l'aria espirata), la pelle (attraverso il sudore) e le mucose (attraverso le loro secrezioni).
Questo sistema, detto "tampone", assicura l'equilibrio tra sostanze acide e sostanze basiche
Il pH del sangue però deve rigorosamente essere compreso tra 7.35 e 7,45. Se scendesse sotto il 7.35 il nostro corpo andrebbe in acidosi metabolica, condizione che metterebbe a rischio la vita. Stessa pericolosità se il ph si alzasse oltre il 7.45 provocando un'alcalosi metabolica. Pertanto il sangue riesce a trasportare limitate quantità di sostanze di scarto, altrimenti varierebbe troppo il suo pH. Quindi se produciamo o introduciamo troppe sostanze acide, queste non potranno essere trasportate dal sangue e si accumuleranno nei tessuti provocando acidosi tissutale (iperacidosi) Quando il sangue tornerà ad essere suficientemente alcalino grazie all'introduzione di sostanze alcaline o ai sistemi tampone presenti nel corpo, potrà nuovamente accogliere e trasportare sostanze acide verso gli organi emuntori. Più questo acido stazionerà nei tessuti e maggiori saranno i danni che provocherà.
Acidosi tissutale
L'acidosi metabolica è un evento letale, che comporta un'eccessiva quanto grave acidificazione del sangue. Fortunatamente è molto rara in quanto è provocata da gravi patologie renali, polmonari o metaboliche.
L'acidosi tissutale invece è un evento molto meno grave, ma purtroppo molto comune. Si calcola che coinvolga quattro persone su cinque. Poiché i tessuti coinvolti dall'acidità impiegano molto tempo a liberarsi dalle scorie acide, durante il tempo di permanenza di queste tossine, il tessuto subisce diversi effetti negativi. Il corpo umano infatti attraverso il metabolismo cellulare produce soltanto sostanze acidificanti (anidride carbonica, acido solforico, acido fosforico, acido cloridrico, acido lattico e corpi chetonici). Le sostanze alcaline utili a compensare l'acidità prodotta devono essere introdotte prevalentemente attraverso il cibo (magnesio, potassio, calcio, sodio). Purtroppo lo stile alimentare odierno, ricco di carboidrati e povero di vegetali, non ne consente l'introduzione adeguata. Inoltre lo stile di vita occidentale caratterizzato da poco movimento e vita stressante incrementa la produzione corporea di ulteriori sostanze acide.
Le conseguenze di un eccesso di acidità sono principalmente 3.
- Per tamponare l'acidità l'organismo sottrae elementi alcalinizzanti (calcio, magnesio, sodio, potassio, ferro, acido alfalipoico) da ossa, denti e cellule di tutti i tessuti impoverendoli e rendendoli fragili. Ciò può provocare problemi ossei (osteoporosi, carie, paradontite), muscolari (contratture, spasmi muscolari, crampi), ad unghie e capelli (che diventano più fragili).
- La continua eliminazione di sostanze acide da parte degli organi escretori (intestino, reni, pelle e polmoni) sottopone le mucose di questi organi al contatto prolungato con secrezioni molto acide e col tempo si danneggeranno andando incontro a infezioni, infiammazioni e perdita delle loro difese. Ciò può provocare problemi respiratori (bronchiti, asma), gastrointestinali (acidità gastrica, gastrite, disbiosi, stipsi, flatulenza, diarrea), dermatologici (seborrea, sudorazione, eczemi, micosi della cute), urinari (calcoli, cistiti) e genitali (candida, infezioni vaginali, vulvodinia e infiammazioni genitali).
- Le sostanze acide in eccesso vengono accumulate nei tessuti provocando una condizione di acidosi tissutale generalizzata che può provocare patologie come: artrosi, ipertiroidismo, diabete, irregolarità mestruali, sterilità, ipercolesterolemia, gotta, deficit immunitari, varici, cellulite, ritenzione idrica, acrocianosi. Si sostiene anche che la prolungata esposizione delle cellule tissutali all'aggressione acida comporti la penetrazione dell'acido all'interno del nucleo, che viene così compromesso dando il via alla formazione di cellule tumorali.
Di conseguenza i sintomi tipici di un'acidosi tissutale sono: insonnia con risvegli notturni frequenti, disturbi del sonno, scarsa concentrazione, stanchezza, irritabilità, ansia, palpitazioni, dolori muscolari e articolari, cefalee ed emicranie, fratture ossee frequenti, disturbi urinari, aumentata suscettibilità ad allergie, infiammazioni e infezioni.
I danni dell'acidità sulle vie urinarie
Fattori che provocano acidificazione
L’alimentazione rappresenta la prima causa di acidosi tissutale o metabolica, tuttavia esistono altri fattori che possono aggravare la situazione:
- dieta ricca di cereali e di proteine dal basso valore biologico (i cereali sono ricchi di glucosio, il cui metabolismo produce sostanze acide e le proteine vegetali producono molte scorie azotate acide)
- dieta povera di frutta e verdura (frutta e verdura sono quasi sempre alcalinizzanti perché ricche di minerali come calcio, potassio, sodio, magnesio e ferro, ossia sostanze alcalinizzanti)
- insonnia (durante il sonno vengono eliminate molte sostanze acide, che si accumulano nell'urina notturna per poter poi essere eliminate con la prima minzione del mattino; l'assenza di sonno impedisce l'eliminazione di questi acidi e ne favorisce l'accumulo nei tessuti)
- dieta ricca di conservanti come E338 ed E385
- digiuno prolungato
- diarrea
- stress (produce adrenalina e cortisolo, che aumentano il rilascio di acidi nel sangue)
- alterazione della flora batterica intestinale
- sforzi fisici intensi (l’attività fisica di resistenza, come il ciclismo o la corsa sottopone muscoli, tendini e ossa ad estremi carichi metabolici per via della produzione di acido lattico)
- malattie
- terapie farmacologiche (chemioterapia, antinfiammatori)
- ossigenazione insufficiente (gli ambienti chiusi con rari ricambi d'aria non permettono il rilascio di anidride carbonica acida)
- vita sedentaria (non stimola la sudorazione, importante strumento per l'eliminazione delle scorie)
- scarsa idratazione (impedisce l'eliminazione delle scorie attraverso i reni)
- fumo e alcool
- sostanze acidificanti (zolfo, fosforo e cloro).
Fattori che provocano alcalinizzazione
- sauna (aiuta la sudorazione e l'eliminazione di scorie acide)
- sostanze alcalinizzanti (citrati e bicarbonati, sodio, calcio, magnesio, potassio)
- spirulina (alga azzurra che cresce nei laghi salati)
- frutta e verdura
- cistiti causate da Proteus
- vomito
- farmaci (diuretici e Aspirina)
- iperventilazione (per esempio da dolore o da ansia, che aumenta la frequenza respiratoria facendo eliminare una quantità eccessiva di anidride carbonica)
- infezioni polmonari
- febbre
- iperattività delle ghiandole surrenali,
- bassi livelli di ossigeno nel sangue.
Alimenti acidificanti e alcalinizzanti
Cosa fare in caso di acidosi
Se le misurazioni effettuate al mattino rilevano spesso elevata acidità dell’urina, è indice che durante il giorno precedente abbiamo prodotto molte sostanze acide, che durante la notte il rene ha espulso nelle urine. Di solito un'elevata acidità notturna è accompagnata da un sonno agitato caratterizzato da risvegli e sudorazioni (poiché il corpo cerca di eliminare tossine acide anche attraverso la pelle).
E' consigliabile in questo caso:
- seguire un'alimentazione alcalinizzante,
- assumere integratori alcalinizzanti,
- Bere almeno 2 litri al giorno di acqua alcalina. Evitare l’acqua gassata perché molto acida in quanto ricca di anidride carbonica. Per valutare l'acidità dell'acqua che bevi puoi testare quella che acquisti o quella che esce dal tuo rubinetto con le cartine tornasole.
- effettuare applicazioni basiche (bagni e pediluvi in acqua contenente sali minerali alcalini come carbonati di magnesio e di sodio). La quantità di sali da mettere nell'acqua per effettuare un bagno alcalino va valutata in base al pH: aggiungere sali minerali fino ad ottenere un valore di pH di circa 8-8,5. Dopo un'ora di bagno alcalino, il pH dell'acqua dovrebbe scendere a 7,5 poiché si riempirà di acidi eliminati dal tuo corpo. In questo modo non si toglierà il sovraccarico di acido solo dal rene, ma anche dalla pelle, che migliorerà il suo aspetto come un trattamento ringiovanente.
Cosa fare in caso di alcalosi
L’alcalosi è un evento poco comune, che raramente sfocia in un'alcalosi metabolica grave. I sintomi più frequenti possono essere: irritabilità, contrazioni muscolari e crampi, formicolio alle dita di mani e piedi e intorno alle labbra. Talvolta l’alcalosi non causa alcun sintomo.
L'alcalosi viene trattata con la reintegrazione di acqua, eliminando la causa dell'iperventilazione (infezione polmonare o dolore), o tranquillizzando il soggetto ansioso facendolo respirare all’interno di un sacchetto di carta in modo che respiri la sua stessa anidride carbonica (acida) per aumentarne i livelli nel sangue.
Bibliografia
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