da Rosanna » mar lug 12, 2011 7:29 pm
Credo stiate mischiando due cose.
Medeion credo si riferisca a quando ha la vescica che scoppia. Normalmente più la vescica è piena, più le pareti muscolari sono distese. Più le pareti sono distese e meno riescono a lavorare. Provate ad innervare il bicipite più che potete. Da questa situazione riuscite a contrarlo ulteriormente? Forse, e se lo fate avviene con una certa difficoltà. Questo è ciò che avviene alla vescica. Se troppo distesa il muscolo non riesce a conytrarsi e l'urina scende lentamente, con fatica e filiforme, talvolta fermandosi. Per questo è bene, piuttosto che spingere utilizzando il torchio addominale (la muscolatura dell'addome), alzarsi e ritornare dopo 2 minuti, rialzarsi ancora, se necessario, e ritornare, fino a completo svuotamento.
Ne consegue che trattenere a lungo non è affatto benefico!
Pesce a proposito mi ha scritto:
"Quello che so e che dico ai pazienti, è che comunque la pratica di far riempire la vescica in eccesso è controproducente o potenzialmente lesivo per vari motivi: 1) man mano che la vescica si riempe aumenta il tono della muscolatura perineale (riflesso di guardia, che serve ad aumentare la continenza); 2) rinviare il momento della minzione eccessivamente prevede che da un certo punto in poi si contragga volutamente i muscoli perineali, aggingendo contrattura a contrattura; 3) una vescica sovradistesa si svuota peggio, accentuando i sintomi minzionali di svuotamento, favorendo residuo post-minzionale, infezioni etc, stare molte ore senza svuotare la vescica favorisce la crescita batterica eventuale; 4) questa modalità minzionale applicata per lungo tempo, porta ad uno "sfiancamento" della vescica (ipocontratilità da causa miogena, in termini urodinamici), caratterizzata da difficoltà di svuotamento (nei bambini si suole chiamarla "lazy bladder".
> Ma tuto questo lei già lo sa. "
Altro discorso è la minzione a vescica poco piena. E' molto frequente che dia fastidio, soprattutto a livello uretrale. Io avevo avanzato un'ipotesi che coinvolge il sistema nervoso centrale e periferico, nonchè quello muscolare. In sintesi è più o meno ciò che ha scritto Patrizia. Riporto il discorso a riguardo fatto tra me e Pesce tempo fa:
Il 19/01/2011 11:40, Francesco Pesce ha scritto:
> guardi me lo sento dire da varie pazienti (mai maschi ora che ci penso). Non ho una spiegazione, non capisco il meccanismo, e ovviamente non è descritto in letteratura (almeno non mi ci sono mai imbattuto.
Rosanna ha scritto:
Per quanto riguarda la minzione dolorosa a vescica semivuota, io credo che questo sintomo, unito al miglioramento della patologia pelvica durante la gravidanza, siano due indizi importanti che, una volta compresi, potrebbero portare alla soluzione di molti problemi pelvici.
La mia teoria: è possibile che una vescica poco piena non riesca ad attivare un normale riflesso minzionale? Mi spiego: non creandosi sulla parete vescicale la tensione sufficiente ad attivare i meccanocettori, viene meno ogni riflesso parasimpatico autonomo e involontario (centro pontino e centro sacrale), viene meno quindi la contrazione detrusoriale e deve essere aumentato l'impegno della muscolatura striata (volontaria) uretrale per poter espellere l'urina. Essendo la muscolatura periuretrale assai contratta nelle donne in questione, l'estremo tentativo di rilasciamento dello sfintere striato esterno, risulta doloroso (molto più di una minzione a vescica piena in cui c'è il supporto della spinta detrusoriale). Ma questo giustificherebbe il fatto che nell'uomo ciò non avviene (io finora ho studiato solo l'apparato femminile e conosco davvero pochissimo quello maschile)?
Date le mie conoscenze neuro-fisiologiche elementari non oso pensare a quante castronerie ho scritto in queste 4 righe! Ma magari possono servire da spunto...
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.