L'altro giorno, per raccogliere dei documenti sanitari, mi sono capitati tra le mani i risultati dell'ultimo tampone fatto,che ho trascritto allora qualche post più su. Ormai è passato quasi un anno (manca poco ad agosto),ed è un pò come trovarsi a festeggiare un anniversario. Non ci stavo pensando più, finchè non ho riavuto quei risultati tra le mani...caspita, un anno? di già?
Ebbene...
nonostante le mille peripezie che la mia patata ha passato, anche a causa della mia..non saprei dire...insistenza? perchè non ero capace di staccarmi dall'uso delle nostre creme/protocollo Miriam che per quanto benefiche,devono essere usate nel modo corretto e non abusarne come facevo io, la mia patata ad un anno di distanza...sta meglio.
Immaginatevi i giorni, tutti uguali, con sta patata che si stava persino ulcerando e non c'era un giorno che fosse uno, che non mi desse sintomi. A pensarci ora non so come ho resistito così per due anni.
L'inizio della risalita è stato proprio quel tampone che mi ha mostrato il primo scalino di una scala che sto ancora salendo, sebbene ora lo stia facendo fischiettando, un pò fermandomi a guardare le erbette, il muschio e i fiori "bocca di leone" che tenaci si formano anche tra le pietre. Avete presente quelle scale di una volta, tutte sbreccate, fatte di malta, coi sassolini, scure per le intemperie? ecco, la mia scala è una così. Non liscia,lucente, e di marmo pulito. No,no. A me piace rude, ma che resiste. Quel primo scalino l'ho affrontato in modo incerto e timoroso, ma con una certezza: La candida non c'era più.
E così è caduta la mia illusione. Se infezione non era, era qualcos'altro. E io sapevo cosa, e sebbene lo sapessi già da anni, non l'avevo mai realmente realizzato. La mucosa fragile, secca, che tirava, che si ulcerava..ora poteva avere un solo nome: Vestibolite. Quei nervacci schifosi. Quei risultati su quel foglio mi hanno costretto a guardare le cose da un altro lato. Non era più tempo di adagiarsi nelle cure fatte fino ad allora,che a parte la contrattura, non avevano dato altri risultati. Fu da lì, che decisi di affrontare il secondo scalino. Questo si chiamava Bologna. Ah, sapeste, con quanta paura l'ho affrontato. Non per la visita,eh. Ma il viaggio in sè. Ma questa è un'altra storia, un'altra parte del mio cervello. il terzo scalino fu la chiamata per prenotare un appuntamento, col cuore che batteva a mille e la gola secca. Intanto avevo già messo piede sul quarto scalino: smettere del tutto l'uso di creme e fermenti. Il quinto scalino fu occuparmi prima di problemi di salute più urgenti,che rendevano le mie giornate troppo incerte: uno schock emotivo mi portò ad avere ripetuti e prolungati attacchi di tachicardia che non avevano alcuna previsione. Mi ritrovai praticamente chiusa in casa per paura di uscire.
Un giorno trovai sul sesto scalino un biglietto per Bologna. Lo presi, e lo affrontai.
Il resto è storia nota.
Vulvodinia, fibromialgia, pudendo e vestibolite. Si,le avevo proprio tutte.
Gli altri scalini li affrontai a cuor leggero, per ogni scalino c'era un aumento dei farmaci. Una goccia di Laroxyl, mezza pasticca di Lyseen, la prima puntura di Dobetin, l'ennesima pastiglia di Etinerv.
Ad ogni scalino che salgo, imparo qualcosa: a guardare a certe fobie e a capire che devo staccarmene. A capire che i farmaci non sono tutto e ci vuole tanta volontà nel correggere gli atteggiamenti negativi.
Ogni tanto, mi fermo a contemplare i fiorellini,come ho già detto. Non guardo a quanti scalini ci sono ancora, se riuscirò a farli tutti. Non importa. In questo momento ciò che importa è che sto meglio. La mucosa è ancora debole e ogni tanto devo fermarmi per forza. Non le ho dato abbastanza tempo. C'è stata anche la sfiga: giorni di diarrea e la vulva che si sporca. E bestemmiando ho dovuto ricorrere al lavaggio con del detergente e l'uso di fermenti per qualche giorno, per scongiurare pericoli. Anche il caldo di questo periodo non aiuta. specie quando si suda. Sebbene cerchi di proteggerla al massimo, alle volte non basta.
E così, ogni tanto la mucosa torna un pò a fare i capricci. Però in maniera sempre meno evidente. Finchè la smetterà del tutto. Anche se ci vuole tempo.
In ogni caso, oggi guardo indietro al primo scalino, dove sono appoggiati in bella vista i risultati che dicevano: "No candida". E mi vien da pensare a quei fogli con un pò di affetto. In fondo è come se mi avessero detto " Sei stata brava, ma ora è il momento di cambiare strada".
Quindi oggi festeggio il primo anno di tante piccole vittorie.