La mia storia - un anno d'inferno

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Ondina88 » mer feb 18, 2015 3:35 pm

Ciao Lyra,
Magari l'hai già preso e non mi ricordo o magari non c'entra nulla quindi te la butto li e prendila con le pinze: hai mai provato il dmannart per il ginocchio?

Discorso automassaggi invece: tu ti sentì contratta? Applichi lo stesso calore intanto e fai kegel reverse e respirazione diaframmatica?
Anche secondo me sarebbe utile unire alla cura farmacologica anche la terapia manulae.
In ogni caso ne parlerei con Pesce al prossimo appuntamento.

Come mai non stai bene oggi? Cos'hai?
Ritmi frenetici e stress a parte che comunque non sono da sottovalutare ti sta piacendo questa esperienza lavorativa comunque?

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Lyra7 » mer feb 18, 2015 4:00 pm

Grazie Xiaowei e Flo per essere passate di qua :baci:

Non mi sento assolutamente in colpa per non avere rapporti, anzi. Sono solo triste perché non ho la vita sessuale che vorrei.
Da quando io e il mio ragazzo ci siamo messi insieme ormai 6 anni fa ( :O.O: oddio quasi non ci credo sia passato così tanto tempo!!) per i primi 4 anni circa abbiamo avuto una vita sessuale un po' scarsa, sia dal punto di vista della qualità sia da quello della quantità. Questo perché io avevo un blocco verso il sesso causato da una brutta esperienza con un altro ragazzo poco prima di conoscere il mio ragazzo attuale (penso di aver già accennato a questa cosa nella mia storia). La cosa mi ha lasciato parecchi strascichi per davvero tanto tempo finché circa due anni fa ho iniziato un percorso di psicoterapia con una sessuologa. Da lì mi sono liberata di un gran peso e io e il mio ragazzo abbiamo dato una svolta alla nostra sessualità. È stato un periodo bellissimo, abbiamo esplorato insieme tante cose nuove, io avevo voglia di farlo molto spesso e abbiamo avuto dei rapporti stupendi. Era davvero perfetto, peccato che è durato pochi mesi perché poi ho iniziato a stare male. E più stavo male, più non me la sentivo di fare niente, neanche sesso orale, e più non facevamo nulla, più il mio desiderio si affievoliva. E così nell'ultimo anno sono arrivata ad avere un desiderio pari a zero. Certo, spesso io e il mio ragazzo ci coccoliamo, c'è molto affetto tra di noi e stiamo sempre appiccicati a sbaciucchiarci mielosamente, ma di erotismo ci è rimasto poco o niente.
Avete ragione, il sesso non è solo penetrazione, ma in un anno avremmo fatto sesso orale o altro sì e no quattro volte. Questo perché io per avere voglia e lasciarmi andare devo essere estremamente rilassata e devo avere a disposizione un sacco di tempo. In più i sintomi spesso smorzano il desiderio. Qualche volta quando mi eccito i fastidi all'uretra aumentano quindi lascio stare. Fortunatamente il mio ragazzo mi ha sempre supportata e non mi ha mai fatto pesare nulla, né mi ha mai messo pressione per qualcosa.
Dopo quel periodo in cui avevamo ritrovato una bellissima intesa sessuale, è stato davvero molto doloroso vederla disgregarsi e andare a rotoli. Mi manca da morire quell'intesa lì, quella sensazione di libertà, mi manca sentirmi così libera e appagata come mi sentivo in quei mesi. Sono molto triste senza, mi sento come se mi mancasse un pezzo di me.

Da quanto ho iniziato a stare male per la vv, ho dovuto andare da medici uomini e mostrar loro le mie parti intime e sapete bene come la cosa mi metta a disagio. Quindi per superare questa cosa ho cercato di pensare alla mia vulva e vagina come a una qualsiasi altra parte del corpo che non ha nessuna connotazione sessuale. Le pensavo come se stessi mostrando ai medici, che so, il gomito. Ancor più, per fare le manipolazioni, ho come mentalmente chiuso fuori da me stessa la mia vagina, non è più un organo che rappresenta la mia sessualità, la vedo più come ... boh, un orecchio. Un organo insignificante, che non ha nessun legame con la mia intimità e sessualità.
Non so se mi sto spiegando bene...
Sono certa che tutti i professionisti che mi hanno visitata finora non abbiano guardato alle mie parti intime con un'ottica sessuale/erotica, ci mancherebbe. Però io sì!! Cioè, per loro una vulva è una vulva e basta, per me invece rappresenta la mia sessualità, la mia intimità più profonda, qualcosa di preziosissimo che è solo ed esclusivamente mio e di cui sono estremamente gelosa. E non riesco a farmi visitare e trattare a meno che io non tagli fuori questa immagine che ho dei miei genitali, a meno che io non tolga alla patata tutti questi significati e la pensi come un qualcosa di asessuato. Quindi per quei lunghi mesi in cui stavo male, prima di trovare il forum e prima della diagnosi, per me la mia vagina era solo una causa di dolore. Ora invece è un anonimo organo. Non è più uno strumento di piacere, eccitazione ecc. La vedo così, anonima. Naturalmente tutto questo non mi aiuta a ritrovare il desiderio!

Però ho davvero tanto bisogno di ritrovarlo, questo maledetto desiderio. Sono serena sul fatto di non farlo spesso e non ho l'ansia di doverlo fare. Però voglio di più, penso che sia io che il mio ragazzo ci meritiamo più di così. E lo voglio prima di tutto per me stessa, ma la voglio anche per lui e per noi come coppia.

Grazie per avermi permesso questo sfogo, spero di essere stata chiara..

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Lyra7 » mer feb 18, 2015 4:13 pm

Ciao Ondi,
ho un emicrania forte oggi, un po' di nausea e il trigemino infiammato.
Per la terapia manuale, pensavo di riprendere le manipolazioni con Croci una volta finito questo stage, poi a fine marzo ho l'appuntamento con Pesce e lì valuterò la situazione, magari potrei iniziare le manipolazioni da lui, sarei curiosa anche solo di provare come le fa lui, ma questo si vedrà dopo la visita.

Sì il lavoro mi piace tantissimo! I colleghi sono delle stelle, mi hanno accolta benissimo. Non mi sento neanche una stagista stile "ultima arrivata = ultima ruota del carro", mi hanno tutti inclusa subito. Gli orari non sarebbero così male se non fosse che abito veramente molto lontano dal posto di lavoro. È l'ora e mezza di treno all'andata e al ritorno che mi frega. Infatti sono l'unica che abita così lontano, gli altri abitano più vicini e tanti lavorano anche a tempo parziale (al 60/80 %) mentre io sono una delle poche che lavora al 100%. Quindi zero tempo per me stessa!

In questi due mesi, tra ciclo prima, vacanze di natale poi e altri motivi (e ora con questo lavoro in mezzo) per cui non sono riuscita ad andare da croci e non mi sento peggiorata a livello di contrattura. Naturalmente neanche migliorata. Applico sempre lo scaldino la sera, durante il giorno in ufficio si sta bene perché fa un bel calduccio lì. Sì mi concentro molto per la respirazione col diaframma anche quando lavoro e molto molto spesso dico fra me e me "MOLLA!" che è il mio comando per rilasciare i muscoli del pavimento pelvico! Sul treno la mattina ne approfitto per finire di prepararmi (mettermi in ordine i capelli, un velo di trucco così non ho il colorito di un cadavere) mentre la sera ne approfitto per una lunga sessione di kr.

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Xiaowei » mer feb 18, 2015 4:17 pm

Certo che sei stata chiara Lyra!
Mi dispiace per quello che hai passato :consola:

Anche io mi sento così, così come credo quasi (se non) tutte, qui dentro. Purtroppo è un circolo vizioso, lo sappiamo bene come la malattia si attacca alla testa e ci annulla il desiderio. Però poi quando arriva il giorno in cui non avrai dolore/fastidio sono sicura che ti lascerai più andare.

Forse ora è solo un periodo un po' così. Un mix di cose che, tra lavoro/stanchezza/malattia non ti permette di lasciarti andare. Ma non è una condizione perenne.
A volte, proprio come diceva Flo un po' più su, chissà...chissà che l'appetito non ti venga così, all'improvviso. E' una cosa che quando ti sentirai di provare a fare potrai ricostruire piano piano.
Un passetto alla volta ;)

Siamo qui anche per gli sfoghi! A volte fungono anche da valvola che ci permette di ripartire :consola:

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Lyra7 » mer feb 18, 2015 4:49 pm

flo67 ha scritto:Perchè non inizi ....piano piano a rifare gli automassaggi?

Flo non me la sento, no so perché!! Così come prima risposta ti direi "perché non mi va". Ma è una risposta del cavolo e non vuol dire niente. Devo prendermi un momento e guardarmi dentro per capire.

flo67 ha scritto: riposo, calore e un antidolorifico magari quello che prendi di solito per il mal di testa?

Per adesso non ho ancora preso un antidolorifico, di solito prendo l'ibroprufene (l'avrò scritto giusto o ci ho buttato dentro qualche lettera a caso? :mrgreen: ) però in generale gli antidolorifici non mi fanno nessun effetto quando c'è di mezzo il trigemino. Ora sono sul divano e non ho intenzione di muovere nemmeno un dito oggi! Lo scaldino mi da un po' di sollievo, ma sto ancora abbastanza male. Addirittura se mi sfioro la guancia la pelle mi fa male! Mi chiedo anche perché mi si è infiammato proprio ora che sono nel bel mezzo di un ciclo di dobetin.

Grazie Xiao, ti abbraccio!! :consola: hai proprio ragione, non è una condizione perenne, per fortuna tutto cambia prima o poi e verranno sicuramente periodi migliori per lasciarsi andare!

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Ondina88 » mer feb 18, 2015 4:57 pm

Secondo me Lyra, a parte i problemi passati che hai affrontato con la psicoterapia e di cui mi dispiace molto anche perché sono ferite che è difficile rimarginare totalmente , anche il dolore incide molto. Io vedo anche su me stessa, i giorni di bruciori -soprattutto forti- il desiderio se ne va a remengo ma penso che sia normale.
Per la questione dottori invece sicuramente loro la vedono come una semplice vulva come tante (chissà quante ne vedono al giorno) e non come oggetto di desiderio. Qui sta a noi vincere un po il senso di pudore e riservarlo solamente nelle situazioni adatte. La visita è solo medica e professionale quindi non ha neanche senso avere pudore.

Sono contenta che tu ti stia trovando bene in questo nuovo posto di lavoro, ma quanto stai li?
Non c'è modo di poter chiedere di fare anche tu meno ore immagino vero?

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Stefania 69 » mer feb 18, 2015 5:28 pm

Lyra7 ha scritto:Non mi sento assolutamente in colpa per non avere rapporti, anzi. Sono solo triste perché non ho la vita sessuale che vorrei.


Tranquilla, si capiva :):



Lyra7 ha scritto:Da quanto ho iniziato a stare male per la vv, ho dovuto andare da medici uomini e mostrar loro le mie parti intime e sapete bene come la cosa mi metta a disagio. Quindi per superare questa cosa ho cercato di pensare alla mia vulva e vagina come a una qualsiasi altra parte del corpo che non ha nessuna connotazione sessuale. Le pensavo come se stessi mostrando ai medici, che so, il gomito. Ancor più, per fare le manipolazioni, ho come mentalmente chiuso fuori da me stessa la mia vagina, non è più un organo che rappresenta la mia sessualità, la vedo più come ... boh, un orecchio. Un organo insignificante, che non ha nessun legame con la mia intimità e sessualità.


Lyra7 ha scritto:Cioè, per loro una vulva è una vulva e basta, per me invece rappresenta la mia sessualità, la mia intimità più profonda, qualcosa di preziosissimo che è solo ed esclusivamente mio e di cui sono estremamente gelosa. E non riesco a farmi visitare e trattare a meno che io non tagli fuori questa immagine che ho dei miei genitali, a meno che io non tolga alla patata tutti questi significati e la pensi come un qualcosa di asessuato.


Lyra7 ha scritto: La vedo così, anonima. Naturalmente tutto questo non mi aiuta a ritrovare il desiderio!


Lyra7 ha scritto:Però ho davvero tanto bisogno di ritrovarlo, questo maledetto desiderio.
.....
spero di essere stata chiara..


Chiarissima.
Mi ha molto colpito quello che hai scritto. E' chiaro il meccanismo tramite il quale sei riuscita a rendere accettabile il tuo mostrarti in modo da poter affrontare il percorso di cura. Sei stata brava e hai fatto la cosa giusta, perche' per te in quel momento era necessario trovare una soluzione che aggirasse l'ostacolo grosso. Ed e' ancora necessario, magari, per arrivare alla fine del percorso terapeutico.

Il rovescio della medaglia e' che hai dovuto metterci tanta forza da aver applicato il meccanismo anche a te stessa, e questo adesso ti ostacola nella tua intimita'. Non e' strano, ogni qualvolta si modificano degli equilibri, in qualsiasi campo, e' difficile trovare immediatamente il punto ottimale, piu' facile e' risbilanciarsi dal lato opposto, che e' quello che e' successo a te.
Ora il lavoro di ritaratura dovrebbe essere quello di recuperarne il suo valore intimo prezioso nei confronti di te stessa, pur lasciandola a livello di organo qualsiasi durante le visite; che poi e' quello che piu' o meno facciamo tutte, ma in modo tanto piu' inconscio quanto meno imbarazzo avevamo in partenza.

Probabilmente potrebbe essere fatto per mezzo di un supporto psicologico, ma un altro paragone fisico che mi viene in mente e che forse potresti usare come confronto sono gli occhi.

Prova a pensare alla potenza di uno sguardo intenso.
Gli occhi, lo sguardo, sono qualcosa di meraviglioso e forse ancora piu' intimo della patata quando vogliamo esprimere tutto il mare di emozione e intimita' che portiamo dentro e ci lega a qualcuno. Un mare che mai mostreremmo all'oculista durante una visita di controllo.
Eppure la facciamo, questa visita di controllo, senza imbarazzarci del nostro sguardo. Perche' in quel momento lo sguardo e' altrove.
Lo so che siamo molto piu' condizionati rispetto alle pudenda, lo dice la parola stessa, ma piu' ci penso piu' mi sembra la stessa cosa.
Tu riesci a pensarci in questi termini?

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Aliruna » mer feb 18, 2015 6:22 pm

Posso chiederti che percorso/esercizi avevi fatto con la psicologa-sessuologa?
Stef ti ha già detto praticamente tutto ciò che ti avrei detto io. Piuttosto che concentrare la tua indifferenza sulla tua vagina, convincendoti che non sia un organo sessuale, potresti concentrarla sulla persona che te la guarda/tocca. In poche parole, la tua vagina continua ad essere un organo sessuale, ma la persona che ti sta visitando e il suo tocco non sono sessuali. E infatti suppongo che la tua vagina abbia reazioni ben diverse se a toccarti è un medico o il tuo ragazzo. Anzi, se ci pensi cambia proprio con l'eccitazione, modificandosi per adattarsi alla possibilità di un rapporto.
Ora, ovvio che la vulvodinia manda in pappa il cervello e ai momenti normalmente piacevoli si sovrappongono ricordi dolorosi che rompono qualche meccanismo fondamentale, ma credo che tu voglia riconquistare ciò che avevi ottenuto. Perché non rispolveri qualcosa che hai imparato durante la psicoterapia?

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda thea » mer feb 18, 2015 7:35 pm

Lyra. Capisco tutto, ogni singola parola. Non ho mai sofferto di nulla di ciò che dici tu, ma la cistite da sola mi fa questo stesso scherzo, ed io detesto essere "off".
Ma questo è quanto.
Lavorando sopra le nostre sensazioni, oltre che sui sintomi, che da soli già bastano ad uccidere qualsiasi libido, potremmo farcela.
Ti abbraccio.
[glow=red]Da donna, tutto è possibile.[/glow]

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Lyra7 » mer feb 18, 2015 8:26 pm

Stef, hai toccato qualcosa in me... che ha fatto click.. e si è aperto il rubinetto! Mi sono fatta un gran pianto. Grazie.
Adesso non saprei risponderti, ci devo pensare con calma. Però quando scrivi
Stefania 69 ha scritto:aver applicato il meccanismo anche a te stessa

mi viene da dirti, ma la mia vagina SONO IO! Come posso distinguere tra me e lei, siamo la stessa cosa! È la mia identità più profonda, più vera. Anche le altre parti del mio corpo sono me, il mio viso, i miei occhi, le mie mani, la mia schiena, il mio seno, i miei piedi, tutti sono me. Ma la mia vagina è l'essenza di me. Ha senso?
Forse il problema è sta proprio lì, forse ho caricato la mia vagina di troppi significati, forse sbaglio e dovrei scindere le due cose.
Non lo so, sono solo pensieri buttati fuori senza tanto ragionare...

Aliruna ha scritto:Posso chiederti che percorso/esercizi avevi fatto con la psicologa-sessuologa?

Ciao Ali. Il percorso è stato abbastanza breve, circa 4/5 mesi e poi ho interrotto perché sono partita per fare il master (e poi mi sono ammalata).
Con la psicologa ho rielaborato le cose che sono successe con quel tizio. Anche se non ero d'accordo su alcune cose che lei aveva detto riguardo a questa storia, mi ha aiutato tantissimo buttare fuori e lasciar andare via tutto quello che avevo dentro. È una storia lunga e non so se me la sento di raccontarla qui e in questo momento. Mi piacerebbe avere un confronto perché siete tutte persone molto sensibili e di cui mi fido, ma già le cose che ho tirato fuori nei post precedenti sono state delle belle matasse emotive. Quindi magari lascio questa storia ad un'altra occasione o ad uno spazio più riservato.
Poi ho anche confessato per la prima volta che uno zio aveva cercato di abusare di me quando avevo circa 13 anni. E un'altra volta quando ne avevo 15. Mi ha fatto molto bene a confessare queste cose perché la psicologa mi ha detto che in entrambe le occasioni sono stata brava a riconoscere che quello che voleva fare era sbagliato e a rifiutare con decisione le sue avances. Questo mi ha fatto sentire molto orgogliosa di me stessa, perché nonostante fossi giovanissima ho saputo gestire una situazione del genere. Molto spesso purtroppo gli adolescenti/preadolescenti, ma soprattutto i bambini, per ovvie ragioni non riescono a riconoscere quanto gli stia capitando e a dire "no", specialmente se colui che abusa è una persona conosciuta e fidata.
Come esercizio, la psicologa me ne aveva assegnato solo uno. Dovevo chiudere agli occhi e chiedere al mio ragazzo di sfiorarmi con un tocco delicato tutte le parti del corpo ad eccezione dei genitali e io dovevo ascoltare quali sensazioni provavo. Io sono stata un po' testona e all'inizio non volevo farlo perché i tocchi leggeri, gli sfioramenti, mi danno fastidio, non mi piacciono proprio. Mi piace essere accarezzata delicatamente sì, ma con un bel tocco deciso a mano piena. Quelli leggeri mi dan fastidio proprio fisicamente, mi irritano. Allora dopo un po' mi sono decisa e ho proposto al mio ragazzo questa versione dell'esercizio, aggiungendoci anche i baci. È stato molto bello perché grazie a quell'esercizio mi sono sentita una gran gnocca! Il fatto che mi baciasse e accarezzasse ovunque anche in parti del corpo che generalmente non si coinvolgono durante il sesso, tipo gli stinchi, mi ha fatto sentire bella dappertutto. Quella volta pensavo di avere gli stinchi più belli sulla faccia del pianeta!
Poi da lì pian piano è ripartito il tutto.

In più mi aveva spiegato tramite un grafico come funzionano la salita eccitatoria e l'orgasmo, quali muscoli sono coinvolti e come entrambi si possono controllare, anzi dovrei dire "guidare", con la respirazione e il movimento basculatorio del bacino. Poi mi aveva anche spiegato che le pareti vaginali, a parte l'entrata, non sono sensibili allo sfregamento, per cui il movimento dentro-fuori o avanti-indietro non è quello giusto per le donne per provare piacere. Bisognerebbe appunto fare un movimento basculatorio (basculante? come si dice?) di modo che il pene faccia come un massaggio alle pareti vaginali perché sono proprio sensibili alla pressione.

Grazie a queste informazioni che poi ho spiegato al mio ragazzo, siamo riusciti ad avere dei rapporti fantastici e io ho avuto degli orgasmi vaginali da paura come mai in tutta la mia vita (e io sono una che li ha sempre avuti anche in precedenza). Stupendo. Penso che queste cose dovrebbero essere insegnate nelle scuole.

È da qualche tempo che penso di ritornare da quella psicologa, solo che le ultime volte che ci sono stata ero ancora disperatamente in cerca di una risposta ai miei fastidi e lei non mi è stata molto d'aiuto. Ero davvero parecchio depressa e le avevo confidato di avere avuto pensieri suicidi e che non sapevo cosa fare. Lei aveva avuto una reazione abbastanza superficiale e sono uscita dal suo studio un po' ferita e incompresa. Da quella volta sono in dubbio se cercare di chiarire e darle un'altra possibilità oppure se affidarmi a qualcun altro. Solo che nella mia zona gli psicologi che si occupano di sessualità sono davvero rari. In più lei è l'unica che è riconosciuta e coperta dall'assicurazione, se dovessi pagare le sedute di tasca mia potrei andare direttamente a vivere sotto un ponte. Tra l'altro quando le ho parlato di vulvodinia, è andata a cercare sui suoi libri di medicina datati 1975 che cosa fosse...

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Lyra7 » mer feb 18, 2015 8:28 pm

Thea, grazie di cuore. Ti abbraccio forte e ti seguo.

Vorrei potervi abbracciare una a una!

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Rosanna » ven feb 20, 2015 6:22 pm

Io ci tornerei subitissimo dalla psicologa! Tieni conto che nessuno è tuttologo, per cui è normale che non potesse aiutarti con la vv; non la conoscono neanche i ginecologi più rinomati...
Però visti i risultati che avevi ottenuto col suo aiuto direi che varrebbe proprio la pena di ricontattarla.
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Aliruna » ven feb 20, 2015 7:49 pm

Guarda Lyra, io ho affrontato un percorso di psicoterapia abbastanza simile al tuo e ho interrotto perché mi sembrava che sul piano fisico della vulvodinia lei non mi sapesse proprio aiutare. Non sapeva cosa fosse e in più aveva un rapporto molto stretto con la ginecologa che mi aveva diagnosticato la vestibolite ma mi aveva trattato male. Quindi, un po' perché sentivo che mi aveva dato il massimo che potesse darmi, un po' perché ho iniziato le terapie con la Spano, ho fatto tesoro dei suoi consigli ma non sono più tornata. Però, penso che fosse disponibile, tanto che mi ha scritto pure delle mail, offrendosi di farmi delle sedute gratuite proprio perché non era riuscita ad aiutarmi fino in fondo. Insomma, se il problema per cui ero andata dovesse ripresentarsi ci tornerei, "perdonando" la sua impreparazione su alcune tematiche e apprezzando invece la sua efficacia su altre. Gli strumenti, comunque, tu li hai già appresi e puoi riutilizzarli in qualsiasi momento. Per esempio, l'esercizio che descrivi è molto bello e secondo me è ancora più bello se non te lo prescrive una psicologa come esercizio. Magari, se un giorno ti va, potresti rispolverarlo.
Gli abusi, più o meno gravi, lasciano impronte. Sono abbastanza convinta che ci lascino una memoria inedlebile e delle conseguenze che possiamo solo cercare di attenuare. Non significa che sei una vittima per sempre, ma che hai un vissuto, una storia. E noi forse non siamo la nostra vagina, ma siamo sicuramente il risultato di una storia. Se in questa storia è stata la vagina a subire dei traumi, credo sia normale investire su di essa un maggiore carico emotivo. Ribilanciarlo richiede uno sforzo sovrumano, anche se non impossibile, e tanto tempo, che tu hai. Forse quello che manca è il paurosissimo slancio iniziale. Stai già facendo mille cose, magari ti manca un po' la spinta che ti permetta di buttarti di nuovo in questo processo di recupero di una sessualità completa. Però, diamine, sai come fare, sai che ce la puoi fare (perché l'hai già fatto), sai che le terapie fisiche daranno i loro frutti...sei in una botte di ferro. Quando vorrai, ci riuscirai e nessuno può mettere in discussione il quando, solo tu.

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda pista » sab feb 21, 2015 12:09 am

Ciao Lyra, la mia nipotina è davvero saggia!! E tu sei forte,non è certo facile gestire certi traumi. Un passo alla volta.

Inviato dal mio GT-I9300 utilizzando Tapatalk

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda frizzina » sab feb 21, 2015 11:09 am

Ciao Ly!
Vedo che comunque sei consapevole dei tuoi limiti e delle tue problematiche..credo che Aliruna abbia detto davvero parole molto sagge..come ha fatto ben notare Pì! :love1:
DAi, forza! Noi siam qua con te!
:potpot:

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Lyra7 » sab feb 21, 2015 2:29 pm

Ros, Ali, Pi, Friz, grazie di cuore ragazze, vi bacio tutte :baci:

Proprio ieri stavo pensando a una cosa. Per assurdo, è stato molto più traumatico quello che ho vissuto con quel ragazzo rispetto a quello che è successo con mio zio. Per quanto possano essere state disgustose e vili le azioni di mio zio, la cosa è stata "semplice": la prima volta lui mi ha fatto delle avances, io gli ho detto con fermezza di andarsene, lui se n'è andato; la seconda volta mi ha fatto delle avances, io ho girato i tacchi immediatamente e ho lasciato la stanza. Fine della storia, mai più rivisto. Tenersi dentro questo segreto senza mai condividerlo con nessuno per anni è stato brutto, ma da quando l'ho detto la prima volta in psicoterapia mi sento bene e sono relativamente serena nei confronti di quanto successo. Ne posso parlare tranquillamente e la cosa non condiziona più la mia vita. Certo, le sue intenzioni erano e rimangono più che disgustose e non trovo le parole per esprimere lo schifo di subumano che è.

Paradossalmente invece, quel ragazzo non ha compiuto gesti oggettivamente gravi come lo è tentare di avere rapporti con una minorenne, che è anche un reato, ma mi ha lasciato una serie di ferite interne molto profonde. Quel tizio non ha mai usato violenza nei miei confronti, più che altro il suo è stato un abuso a livello emotivo. Nei pochissimi mesi in cui ci siamo frequentati è stato capace di prendere quella poca autostima che mi era rimasta e di distruggerla sotto i suoi piedi. E io glielo l'ho permesso perché ero in un periodo buio della mia vita, ero totalmente allo sbando. Per fortuna ho avuto la lucidità mentale di tagliare i ponti con lui abbastanza velocemente, ma il danno ormai era fatto. In più, pochi giorni dopo averlo mollato, ho scoperto che mi aveva lasciato un regalo: un bel condiloma! Questa è stata proprio la mazzata decisiva che mi ha fatto crollare. Complice forse anche il terrorismo psicologico della mia ginecologa ("l'hpv è molto grave sai? potevi prendere la variante del virus che causa il cancro, sai?") sono caduta in una fortissima depressione. Il condiloma per me rappresentava l'ultimo e decisivo sfregio alla mia sessualità. Mi sentivo proprio di avere la patata sfregiata. Lì, di colpo, ho perso completamente qualsiasi libidine e ho detto addio alla mia sessualità. Era il 2008. Ho affrontato e iniziato a superare questa cosa nel 2013, e probabilmente non ho ancora finito di superarla.

Per la psicologa, mi avete convinta, la ricontatterò. Probabilmente la sua reazione di fronte ai miei problemi era anche dettata dall'impossibilità di aiutarmi. In fondo anche lei è un essere umano e ha dei limiti come tutti noi. In più ho pensato che se non sa nulla della vulvodinia perché non poteri essere proprio io a illustrarle la malattia? Ho pensato di farle conoscere il sito e questo forum, sono convinta che possono essere utili non solo per noi malate ma anche per gli psicologi e sessuologi che possono vedere così come migliaia di donne vivono e affrontano le problematiche urogenitali. Spero che lei si mostrerà interessata!

In ogni caso mi rendo conto che leggere la mia storia non è facile. Tante persone usano il forum per parlare esclusivamente della malattia, tante altre lo usano come luogo in cui scambiare scherzare e distrarsi dalla malattia. Io invece qui sto tirando fuori delle esperienze di vita abbastanza dure e capisco che possa essere difficile leggermi e tanto più rispondermi. Non mi aspetto assolutamente che nessuna di voi si imbarchi in queste discussioni con me, ma sarò felicissima di sentire il punto di vista di chiunque se la senta di esprimerlo.
Il fatto è che sento che questa è la mia strada verso la guarigione. Penso che senza un percorso interiore, tutte le medicine e le manipolazioni di questo mondo non mi faranno una cippa. Naturalmente anche un percorso interiore senza le terapie non mi porterà da nessuna parte. Quindi vi chiedo di perdonare l'enorme carico emotivo che butto dentro qui, ma come dici tu Ali, questa è la mia storia, il pacchetto completo.
Aliruna ha scritto:sei in una botte di ferro
che strano, sai che io mai avrei detto una cosa del genere di me stessa? Grazie per questo tuo punto di vista, mi hai fatto riconsiderare un paio di percezioni che ho di me stessa.

Passando a cose meno serie, il trigemino mi ha fatto penare in questi ultimi tre giorni. Da ieri sera va un po' meglio. Mi chiedo come mai mi si sia infiammato in maniera così forte. Di solito quando mi capita inizio ad avvertire qualche leggero sintomo e riesco a correre ai ripari abbastanza in fretta. Questa volta invece non ho avuto nessun presagio e mi sono svegliata mercoledì mattina con metà faccia dolorante. Pesce mi aveva detto che la cura che mi ha dato per la vulvodinia probabilmente mi avrebbe aiutata anche per il trigemino e mi sembra strano che mi si infiammi così fortemente proprio adesso che prendo miorilassanti, faccio le iniezioni di dobetin ecc ecc. Patata praticamente silenziosa, almeno quello.

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Lyra7 » sab feb 21, 2015 2:30 pm

Friz, Pista vedo che anche voi siete nel club delle bellezze di carnevale :risatona:

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Aliruna » sab feb 21, 2015 2:47 pm

Lyra7 ha scritto:Per la psicologa, mi avete convinta, la ricontatterò
::::: Parlarle della vulvodinia sarà anche un modo per metterla alla prova. Alla fine non ci vai perché te la curi, ma perché ti dia un valido supporto per sopportarla meglio e affrontare alcune conseguenze psicologiche della malattia.
Lyra7 ha scritto:Quel tizio non ha mai usato violenza nei miei confronti, più che altro il suo è stato un abuso a livello emotivo.
Hai detto nulla! Infatti quando parlavo di abusi non mi riferivo necessariamente a tuo zio. Questo ragazzo è arrivato più in profondità perché probabilmente il suo abuso era, almeno inizialmente, più mascherato. Di certo non ti avrà detto: "Ehi, io sono il tuo ragazzo e ora demolirò la tua autostima con questa clava, e già che ci siamo ti infetto un po' la patata". Ci fidiamo, a volte con un po' di cecità, e non va purtroppo sempre bene. Ma possiamo superarlo, anche se non cancellarlo
Lyra7 ha scritto:Tante persone usano il forum per parlare esclusivamente della malattia, tante altre lo usano come luogo in cui scambiare scherzare e distrarsi dalla malattia. Io invece qui sto tirando fuori delle esperienze di vita abbastanza dure
Il forum è disseminato di esperienze durissime, non sentirti una pecora nera. A parte le utenti che hanno una storia di 1-2 pagine, direi che ogni storia ha un po' tutti gli ingredienti che hai detto tu: parlare della malattia, scherzarci sopra, confessare esperienze traumatiche. Se siamo fortunate, qualcuna dirà qualche parola che ci permetterà di capire qualcosa in più su noi stesse. E' come dici tu: per stare meglio bisogna sbloccare un po' tutto.

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Ondina88 » sab feb 21, 2015 5:44 pm

Ciao Lyra,
Visto che parlare di tuo zio ti ha aiutata molto perché (ovviamente se ti va, io te lo propongo ma tu non sentirti assolutamente nè in dovere di farlo nè di rispondermi) non provi ad esternare, magari in off topic, qualsiasi cosa tu ti senta di dire riguardo all'altro argomento delicato? Magari anche questo ti aiuterebbe ad aggiungere un tassello in più e ad alleggerire il carico che ti porti dentro da tempo.
Mentre per il tuo modo di affrontare la tua storia qui non devi giustificarti ne scusarti, ognuna ha il suo percorso, il suo carattere e le sue esigenze. C'è chi ha più bisogno di svagarsi e di momenti allegri per staccare il pensiero, chi ha bisogno di buttare fuori il dolore che ha dentro e chi parla solo della malattia non perché non ha altro da dire ma forse perché certe esperienze e certi dolori non riesce e non vuole condividerli perché fanno troppo male o perché molte esperienze le hanno portate a chiudersi ed a non volersi più aprire con le persone per paura di soffrire o ricevere altre delusioni, ma magari lo farà in futuro. Questo per dirti di non sentirti mai fuori luogo nè la pecora nera della situazione, hai tutto il diritto per esprimerti come meglio credi e soprattutto nel modo che ti aiuti a star meglio e che possa contribuire al tuo percorso di guarigione :):

Re: La mia storia - un anno d'inferno

Messaggioda Stefania 69 » dom feb 22, 2015 5:16 pm

Lyra7 ha scritto:Per assurdo, è stato molto più traumatico quello che ho vissuto con quel ragazzo rispetto a quello che è successo con mio zio.


Non e' cosi' assurdo. Molto spesso la violenza psicologica, volontaria o meno non ha importanza, lascia un segno ben piu' profondo di quella fisica. Che poi se ho capito bene per fortuna nel tuo caso non e' andata oltre il tentativo di approccio.
Il fatto che tu abbia riconosciuto immediatamente che il torto era attribuibile allo zio ti ha certamente protetta, a parte lasciarti un ovvio disagio. Chi prende a picconate la tua autostima al contrario ti ferisce molto piu' a fondo anche se ne hai da vendere, figurati se ti pesca in un momento di debolezza.
Sei stata in gamba a rendertene conto in fretta e a liberartene.
Se pensi che ti serva parlarne noi siamo sempre qui :flower:


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