Ciao ragazze!!
Sono sopravvissuta anche stavolta!
Facendo un bilancio mi trovo sicuramente in positivo, quest'ultima cistite ha avuto fastidi più o meno costanti, più o meno intensi, altalenanti come sempre, ma sopportabili.
Ormai io e lei ci accettiamo a vicenda, credo. Lei sopporta il fatto che non può avermi più a suo piacimento come una volta e torna a trovarmi sporadicamente, come una vecchia amica che ti fa gli auguri di natale via sms dopo mesi o anni che non la senti e tu inizi pure a chiederti: "che fine avrà fatto?".
Io dal canto mio so che prima o poi tornerà qui, perché magari le servirà qualcosa e sarà tutta sorrisi e ostenterà un'amicizia che da parte mia non c'è mai stata,
nascondendosi dietro a una leggera infiammazione o un colpo di freddo. Ma lo accetto.
Ecco, mi sembra un giusto compromesso.
E' un po' come quando smetti di combattere contro gli attacchi di panico e ti lasci andare quando ne senti arrivare uno, lo ascolti, lo assecondi. Non è rassegnazione ma consapevolezza. E' spostare l'attenzione dalla ragione al proprio corpo, smettendo di pretendere da sé reazioni che vorremmo ma che non sono le nostre, scoprirsi fragili come non avremmo mai creduto d'essere, ma per questo anche straordinariamente sensibili.
Lasciarsi andare alla malattia, assaporarne la difficoltà, la negatività, il dolore, cercare una nuova dose di pazienza che sappiamo di aver terminato ma che: "fammi controllare, forse da qualche parte ne ho conservata ancora un po'".
Deliziarsi infine del tanto agognato stare bene come si farebbe con un buon bicchiere di vino, sul divano davanti a un caminetto, lentamente. Lasciarsi pervadere da quella sensazione calda, tanto più intensa quanto più sofferto è stato l'attacco. Essere grate anche di questo e sentirsi stupide perché in fondo nessuno desidera davvero stare male.
Prendersi cura di sé, sentirsi a tratti tristi e diverse ma anche fortunate per aver avuto modo di capire ciò che altri non solo non afferrano, ma talvolta addirittura disprezzano e con tanta facilità ci giocano, come se la salute fosse un'erbaccia da estirpare al margine della strada. Tanto prima o poi ricresce.
Ricordo ancora com'è stato difficile superare la prima cistite curata solo con AF. Bruciori lancinanti durati mesi e il timore di affidarsi a una cura nuova e sconosciuta, che magari, pensavo, potesse avere conseguenze negative sulla mia salute.
Ora, a distanza di quasi tre anni, dopo due settimane sono riuscita ad uscirne. Bruciori presenti ma sopportabilissimi; nervosismo, sì, ma anche tranquillità perché sapevo che dovevo solo avere tanta pazienza e perseverare.
Ecco, vorrei dire a chi passa da qui che questa malattia ti toglie tanto ma ti dà anche qualcosa, che la pazienza e la tenacia devono prevalere sempre su tutto il resto e che ci vuole tempo, ma la piantina da noi amorevolmente seminata crescerà e tanto sarà lo stupore e la meraviglia nello scorgere prima, e nell'assaporarne poi, i frutti.
Forza ragazze!