da Aliruna » lun mar 03, 2014 10:21 am
Ennesima occasione per saggiare gli anni luce che mi separano da mia madre.
Oggi, dopo mesi, mi chiede a che punto sto con la mia salute, sapendo che voglio provare una nuova terapia. Le dico che sto come sempre, che a mio parere sono ben lontana dall'aver risolto e le spiego brevemente in cosa consisterà la terapia di Pesce. Di tutto questo, lei cosa ha recepito? Che dovrò fare manipolazioni interne. Quindi scatta il suo consueto pudore. Dice "eh, certo che deve essere disturbante psicologicamente doversi far mettere le mani lì e poi sarà doloroso!". Ma beata donna, a essere disturbante psicologicamente sarà che ho una malattia che mi impedisce una vita intima serena, sarà dover stare a cavalcioni di uno scaldotto, sarà lamentarsi del tempo non perché mi vengono i capelli crespi ma perché se piove e c'è umido sento gli spilli nelle mutande! Se per stare meglio devo sentire male, preferisco il male di una terapia al male della malattia. Ogni volta che ci parlo mi scontro con timori per motivi sbagliati e con pudore senza senso. "Disturbante psicologicamente"! Tz! Ah beh, mamma, sì, hai ragione. Allora aspetta che mi tengo questa malattia a vita! Poi capisco che con lei, per i motivi che ho raccontato in Off Topic, sono sempre tesa a corda di violino e pronta a scoppiare. Ma io certi discorsi non li posso soffrire. Non mi chiedi per mesi come sto e poi te ne esci con queste stupidaggini? Pensate che se oso dire, quando lei si lamenta per un po' di raffreddore, che anche io non sto tanto bene, lei risponde: "Eh, cos'avrai mai!". Ma non si ricorda che un anno fa ero in clinica due volte a settimana? Che ero l'unica (no, forse non l'unica: devo tenere conto delle ragazze che soffrono come me) laureata a sospirare di sollievo per non avere un lavoro, perché per mesi sono stata ko per la stanchezza, le terapie, le infezioni e l'unica cosa che riuscivo a fare era stare orizzontale? Allora arrangiati, che mi arrangio pure io. Mi sento a un punto morto. A questo punto, se non mi si chiede come sto mi arrabbio, se mi si chiede come sto, sapendo che seguiranno cavolate a raffica, mi arrabbio. Apprezzo il suo interessamento, ma ogni volta che parliamo di queste cose ho l'impulso irrefrenabile di sbuffare. Sbagliato, perché lei fa quel che può, si impegna e, comunque, i miei mi sostengono con le terapie. Però vorrei meno scenate (non sapete quante volte lei mi dice: com'è possibile che queste cose vengano a te e non a una ragazza facile? E' una domanda talmente da ritardati e, ancora una volta, rivelatrice della sua educazione repressiva, che non ho più la forza di rispondere) e un po' più di sale in zucca.
Specifico che io non sto assolutamente condannando il pudore o la preoccupazione che una persona, comprensibilmente, può avere per una visita ginecologica o per delle manipolazioni. Io personalmente ormai ci sono abituata e riesco solo a pensare che spero che funzioni. Il punto è che non sono stata io a dire "mamma mi vergogno, mamma ho paura" e lei, di conseguenza, ha espresso empatia. E' stata lei, ancora una volta, a spargere il seme della vergogna e della paura. Seme che, grazie al cielo, in me non attecchisce più. Avrò altre paure, ma almeno saranno sensate (per quanto una paura possa esserlo) o, in ogni caso, mie, e non trasmesse dalle sue fobie, costrizioni, repressioni. Almeno spero.