Ragazze, meno male che ci siete, perché siete le uniche che riescono a capire veramente cosa provo!
Dico la verità: mi ha addolorata e spaventata moltissimo la notizia, riportata da Rosanna al convegno, di una donna che si è tolta la vita “perché non ha retto all’ennesima ricaduta”.
Mi sono domandata se io sono abbastanza forte...ho paura.
Poi sabato ho telefonato a mia sorella, accennandole al convegno e alla sua importanza per chi soffre di vulvodinia....e lei mi ha detto che le avevo rovesciato addosso solo cose negative, perché la vulvodinia è un argomento negativo e lei non vuole sentirne parlare...un pugno nello stomaco mi avrebbe sicuramente fatto meno male
Sono scioccata dal suo egoismo e dalla sua indifferenza. Mi ha dato il colpo di grazia.
Per fortuna sto lavorando con un valido psicanalista per liberarmi dei rapporti tossici e purtroppo devo convincermi che con mia sorella è impossibile avere un rapporto semplicemente umano.
Quando sto in casa e soprattutto nel fine settimana i dolori peggiorano, mentre quando vado a lavoro, seppur presenti, sono meno forti.
Evidentemente in casa rimugino di più sulla malattia...
Una cosa positiva la voglio riconoscere: in questo periodo orribile sta nascendo un’amicizia con una coppia, alla quale ho raccontato della mia malattia (loro ci hanno fatto altre confidenze molto personali).
Mi ci trovo bene e spiegare perché non ho partecipato ad un’iniziativa con un messaggio di un quarto d’ora prima dell’appuntamento, spiegare che a volte non ce la faccio ad alzarmi dal letto e che ogni tre settimane vado a Milano da una fisioterapista specializzata, beh, buttare fuori tutto questo è stato liberatorio come un coming out!
Mi rifiuto di continuare a inventare scuse se non ce la faccio a fare qualcosa.
Anche il convegno (anche se mi ha molto angosciata per la parte medica) è stato liberatorio!
Vi abbraccio una ad una!!