Asiotta cara, il tuo messaggio così pieno di empatia e sensibilità mi ha scaldato il cuore!
Io mi limito a parlare della vvd e di poco altro in questo forum, ma sono sicura che ognuna di noi ha alle spalle una vita difficile, dolorosa, sofferta...
Ti mando un grande in bocca al lupo per la tua ricerca di un figlio!
Io, nel momento in cui ho dovuto scegliere, ho scelto di preservare il mio rapporto di coppia e non mi sono voluta sottoporre alla pma: in un percorso del genere è ovvio che il desiderio se ne vada...
Ho frequentato con mio marito anche un corso di preparazione all’adozione e ho capito che mi immedesimavo troppo nei bambini maltrattati (come lo sono stata io), per cui ho capito che non potevo farmi carico del dolore e della rabbia di un bambino abbandonato, perché dovevo ancora occuparmi del mio dolore e della mia rabbia.
Mio padre ha un Parkinson avanzato e problemi psichiatrici, mia sorella gemella ha troncato ogni rapporto con me, da quando mi sono rifiutata di fare la parte del cassonetto dei rifiuti in cui lei scaricava tutte le negatività della sua vita.
Ho deciso di iniziare un percorso di psicoanalisi per la prima volta a 25 anni, con quello che poi si rivelò un falso psicoanalista, che per di più si invaghi’ di me e mi molestò emotivamente!!
Poi ho provato con un altro, che pure si fece coinvolgere emotivamente!!
Poi ho provato con due donne: entrambe incapaci di creare qualsiasi rapporto.
Una era sempre perfettamente agghindata, mentre io ero lì a piangere tutto il mio dolore.
Dulcis in fundo, per 8 anni (proprio 8) sono andata da uno psicanalista specializzato in psicosomatica, che ha instaurato con me un rapporto di assoluta prevaricazione.
Io mi chiedevo e gli chiedevo se avessi la vvd e lui rispondeva che non dovevo andare assolutamente da nessun neurologo, perché era tutto nella mia testa e minacciava che se avessi interrotto la terapia con lui sarei stata peggio.
Il giorno prima della visita con Pesce e della diagnosi ufficiale, l’ho lasciato in tronco a male parole.
Ora finalmente sono seguita da Galizia per la vvd, da uno psicoanalista iscritto alla SPI (società psicoanalitica italiana), che richiede criteri rigorosissimi per farne parte e impone ai terapeuti revisioni continue e da uno psichiatra (ex psicoanalista), che sa ascoltarmi e lotta con me per gestire la mia eccessiva sensibilità ai farmaci.
La cosa che mi fa a volte tanta rabbia è che io mi diagnosticai da sola la vestibolite vulvare a 29 anni, girai mezza Italia e i ginecologi mi trattarono come una povera pazza.
A 25 anni, consapevole dei traumi familiari, che hanno inciso molto anche sulla mia sessualità e sulla mia capacità di lasciarmi andare, ebbi la lucidità e il coraggio di scegliere di intraprendere un lavoro psicanalitico e ho collezionato esperienze aberranti.
Per tutto questo mi ritrovo a 53 anni a curare una vvd cronica e a ricominciare un percorso di analisi.
Certo sono stata caparbia, determinata a ricominciare ogni volta da capo, ma sento come se la vita in gran parte mi fosse stata rubata dai miei genitori incapaci e violenti, dai medici incapaci e violenti, dagli psicoterapeuti incapaci e violenti e dentro so di avere una grande rabbia.
Spero questa volta di essere circondata dalle persone giuste e di riprendermi in mano la mia vita, anche se tanta ne è già passata.
Scusa e scusate tutte questo sfogo molto personale, ma sono tante, troppe le cose che mi premono dentro.
Grazie ancora carissima e grazie a questo forum di esserci