da Lyra7 » mer lug 09, 2014 6:50 pm
Ciao a tutte! Purtroppo, come molte di voi, mi ritrovo a scrivere qui la mia dolorosa storia. Vi avviso già che ho scritto un romanzo! Mi scuso ma avevo tantissime cose da dire e da tirare fuori e ne ho approfittato e l'ho fatto qui. Ringrazio fin da subito chi avrà la voglia e la pazienza per leggere il mio lunghissimo papiro.
Ho 26 anni e abito in Svizzera.
Nella mia vita ho avuto la cistite diverse volte, già da piccola mi ricordo che mia mamma mi diceva di mettere le ciabatte per andare in giro per la casa, perché se avessi preso freddo ai piedi mi sarebbe tornata la cistite (sarà poi vero?!). Ad ogni modo, durante l'adolescenza mi capitava di averla e si risolveva sempre con una dose di Monuril e tanta acqua.
Nel frattempo inizia la mia vita sessuale e tutto va bene finché non inizio a prendere la pillola a 16 anni. Infatti ad ogni rapporto senza preservativo, compariva sempre la candida, curata con i soliti ovuli, Per qualche anno, dietro consiglio della mia ginecologa, inizio ad usare un lubrificante e dopo ogni rapporto applico subito il canesten crema e così facendo non ho particolari problemi.
(Col senno di poi, ho realizzato che probabilmente la scarsa lubrificazione era il mio problema. Può darsi che il lubrificante dei profilattici mi aiutasse a sopperire la mancanza di lubrificazione mia. Infatti da quando ho iniziato a vivere la sessualità in maniera diversa e ad avere una vera e propria lubrificazione, finalmente sufficiente, non ho più avuto problemi di questo genere, nonostante utilizzassi ancora la pillola.)
Così per qualche anno, nonostante mettessi in atto la stragrande maggioranza dei comportamenti sconsigliati, di cui ovviamente non ero a conoscenza, (mutande coloratissime, jeans attillati ogni singolo giorno, saponi dal ph sbagliato, uso di contraccettivi ormonali, eccetera... forse l'unica cosa giusta che facevo era lavarmi dal davanti verso il dietro!) sto abbastanza bene, tutto normale insomma!
Il mio incubo inizia alla fine di luglio 2013. Ma forse ha origini un po' più lontane.
A gennaio 2013 decido che basta, dopo quasi 10 anni mi sono rotta di prendere la pillola, non ne posso più della sveglia del cellulare che suona continuamente per ricordarmi di prenderla. Voglio passare al Nuvaring. Mi faccio fare la ricetta, ma un po' in ritardo e nel frattempo finisco la pillola e ho il ciclo. Non riuscendo ad iniziare subito con l'anello, mi vedo costretta ad aspettare le prossime mestruazioni. Non fa niente, mi dico, anzi un mesetto senza prendere nulla può farmi solo che bene.
Il problema però è che da febbraio ad agosto 2013 non mi vengono, niente da fare!
Nel frattempo inizio una psicoterapia sessuologica e finalmente, dopo 5 anni, riesco a superare il trauma di una relazione avuta quando ero poco più che ventenne, una relazione orribile in cui ho dovuto fare anche i conti con una bella infezione da HPV! Finalmente mi sblocco e riesco a vivere pienamente la sessualità col mio compagno (incontrato poco dopo quella relazione orribile e con cui ora convivo!), sono felice, siamo felici, non sapevo che il sesso potesse essere così bello!
Usiamo sempre il preservativo, ma a me piacerebbe iniziare con sto benedetto anello, anche perché da lì a poco tempo sarei partita per un anno all'estero e non volevo avere a che fare con un ciclo sregolatissimo come il mio (uno dei motivi per cui ho iniziato la pillola a 16 anni).
Vado dalla ginecologa: esami del sangue, livello di ormoni basso, terapia ormonale per 10 giorni. (Prima di cominciare la terapia con gli ormoni ho un episodio di diarrea a cui non do molta importanza).
Ed ecco che inizia tutto. Il primo giorno di assunzione del progesterone, sento un pizzicore/prurito/bruciore all'uretra. È forte ed è qualcosa che non ho mai provato prima, diverso dalle cistiti che avevo avuto in passato. Infatti a differenza di tutte le altre volte, non sentivo un leggero dolore a fare pipì. Non avevo nessun problema alla minzione questa volta, ma un prurito/bruciore COSTANTE all'uretra, esternamente, che poi si è tramutato in dolore costante. È venerdì, che diavolo faccio? Aspetto il sabato mattina e vado al pronto soccorso ginecologico a fare il tampone vaginale e esame delle urine, risultato: cistite da E. Coli. A detta dell'infermiera che mi ha telefonato, anche brutta. E quindi vai con l'antibiotico! Onestamente non ricordo quale, ma finito quello, nulla è passato, ho ancora gli stessi sintomi e cioè male all'uretra! Rifaccio tutti gli esami e nulla, tampone e urine puliti (durante la terapia antibiotica avevo applicato tutte le sere il canesten crema).
Siamo ad agosto, dunque tutti sono in vacanza, la mia ginecologa non c'è, il mio medico di famiglia neppure, mi tocca far la fila al pronto soccorso per ore per sentirmi dire che non ho niente, va tutto bene. Finalmente riesco a sentire la ginecologa per telefono, mi dice di mettere la crema bepanthen e tanti cari saluti. La metto, niente.
Dopo due settimane di inferno, in cui nel frattempo riesco ad iniziare il Nuvaring perché finalmente arriva il ciclo, vedo il mio medico di famiglia che mi da una crema a base di hamamelis da mettere sull'uretra e uno spasmolitico per le vie urinarie. Inizio anche a prendere un preparato fitoterapico in pastiglie (a base di foglie di betulla e uva ursina, equiseto). Finalmente i sintomi iniziano a regredire e sto bene e posso godere di qualche rapporto con il mio ragazzo prima di partire per l'estero per un master.
A fine agosto 2013 parto, tutto bene. Il mio ragazzo viene a trovarmi due volte, facciamo l'amore, tutto bene. Verso la fine di novembre a causa della scuola e di altri motivi sono stressatissima e al limite delle mie forze psicologiche. Mi capita di dover prendere l'aereo e e fare avanti e indietro dalla Svizzera due volte nel giro di due settimane (per me l'aereo è motivo di fortissimo stress...), nel frattempo devo consegnare dei lavori per scuola, ho casini assurdi nella casa in cui vivo all'estero, non vedo l'ora delle vacanze natalizie per tornare finalmente a casa e stare col mio ragazzo e bam! Due giorni prima delle agognatissime vacanze forte prurito, seguito da bruciore, nella zona del vestibolo e tra piccole e grandi labbra. Non ho tempo per prendere un appuntamento da un qualche ginecologo perché da lì a due giorni sarei ripartita per tornare a casa, allora sento per telefono la mia ginecologa che mi dice di mettere canesten ovuli. Li metto, non mi fanno quasi nulla. Allora metto una crema leggermente cortisonica che avevo avanzato da non ricordo cosa, ma la metto solo la tre labbra, non all'interno di quelle piccole e il prurito passa. Rimane però, un prurito/bruciore all'uretra, COSTANTE! Anche qui, fare la pipì non mi da fastidio e non mi fa male.
Torno a casa e in breve successione accade:
- visita ginecologica: nessun segno di niente, tampone negativo, la ginecologa dice che l'uretra sembra un po' infiammata, mi da degli antinfiammatori per una settimana: non mi fanno nulla.
- il medico di famiglia mi fa gli esami delle urine: niente batteri, un po' di sangue c'è però e allora vai di Monuril! Che non mi fa assolutamente nulla e quindi vai di norfloxacina per un'altra settimana! Niente di niente, l'uretra mi fa sempre male, anzi con gli antibiotici ho l'impressione che peggiori e che addirittura mi inizi a far male pure la vescica. Quindi ancora spasmolitici che non mi fanno nulla e nemmeno la crema all'hamamelis funziona.
- visita dall'urologo: ecografia di vescica e reni ok, non mi da niente perché preferisce non incasinare di più le cose e mi dice che se tra un paio di settimane sto ancora così, è il caso di fare una cistoscopia.
Il problema è che non posso aspettare due settimane, le vacanze sono finite e devo ripartire per continuare il master e già mi sono presa una settimana un più per fare questa visita specialistica.
Allora poco prima di partire scopro questo sito. Leggo di antibiogramma, ph delle urine, esami specifici, termini specifici, tutte cose di cui io non ho la più pallida idea. Soprattutto, nella mia vita non ho mai visto un foglio con i risultati delle mie analisi, non so nulla di nulla. Qui funziona diversamente, gli esami di laboratorio si fanno solo tramite il medico, il quale poi ti dice telefonicamente se c'è qualcosa. Comunque, leggo anche del D Mannosio e decido di provare. Lo cerco nelle farmacia qui in Svizzera, non si trova, non sanno nemmeno cosa sia. Riesco a trovare una scatoletta da 50 grammi in una farmacia internazionale e con quella, la mia unica speranza, riparto distrutta per continuare il master. La mia tanto bramata vacanza a casa si è trasformata in ulteriore stress e disagio senza tra l'altro poter avere rapporti col mio ragazzo perché, insomma, uretra e vagina sono praticamente attaccate e non mi sento sufficientemente serena per poter avere un rapporto. Inoltre, sarò anche paranoica, ma non sapendo cosa diavolo mi stesse succedendo non volevo correre il rischio di trasmettere qualcosa anche al mio ragazzo.
Dunque, sono all'estero, in un paese che funziona diversamente dal mio, in cui si parla l'inglese, che so bene, ma mi è difficile parlare di problemi intimi (a parte che proprio non so come si dicano certe parole, devo farmi una lista di parole tradotte per spiegare quello che ho). Vado al centro medico dell'università, in cui mi fanno l'esame delle urine, pulite. Mi fanno anche un tampone vaginale (in questo paese non scomodano il ginecologo per un tampone, ma lo fanno le infermiere dal medico di famiglia) e salta fuori candida e "possible vaginosi batterica" (non ho idea di che cosa voglia dire "possibile", l'infermiera mi ha spiegato che si dice così quando nella vagina ci sono più batteri di quello che dovrebbe e fin qui ci siamo, ma "possibile"?). Mi danno il potassio citrato in polvere per i dolori all'uretra e sembra funzionare (lo utilizzerò molto spesso fino a che pian piano smette di avere efficacia). Prendo anche diflucan e canesten ovuli che, ancora una volta, non mi fanno nulla. Per la "possibile" vaginosi batterica mi danno tale relactagel, un gel di acido lattico da inserire in vagina per 7 giorni e finalmente sto bene! Niente pruriti, niente bruciori, sto bene!
Nel frattempo passo dall'anello di nuovo alla pillola, perché l'anello, nel metterlo e toglierlo, mi causava per forza di cose ancora più fastidio e dolore all'uretra.
Dopo un paio di giorni arriva il mio ragazzo a trovarmi, abbiamo un rapporto (l'unico che abbiamo avuto da quanto tutto questo è iniziato...) durante il quale ho avuto un leggero fastidio all'uretra inizialmente, a causa della posizione in cui eravamo messi e che mi causava una sua eccessiva pressione sull'uretra, ma poi cambiando l'inclinazione della penetrazione è andato tutto bene (abbiamo usato il preservativo perché non si sa mai! Forse esagero, preferisco usarlo per stare tranquilla).
(Apro una breve parentesi: mi è sempre capitato, anche con altri partner, di provare fastidio all'uretra a dipendenza dell'inclinazione della penetrazione, come dire, se mi "schiaccia" sull'entrata della vagina nella direzione dell'uretra è fastidioso. Non lo definirei dolore, ma è una sensazione spiacevole. Il fastidio aumenta se per caso devo fare pipì, anche se la faccio sempre prima e dopo i rapporti).
Dopo quel rapporto però, di nuovo l'inferno: l'uretra mi fa malissimo e mi sembra che la pelle all'interno delle piccole labbra bruci da morire. Provo tutto: canesten, relactagel, bepanthen, tutto mi brucia da morire.
Faccio l'esame delle urine: negativo! Ma come è possibile, mi chiedevo, che proprio quella pipì che ho fatto con tanto dolore (sì, inizia anche il dolore alla minzione) io non abbia niente di niente?!
Inoltre avevo smesso di assumere il D Mannosio puro che mi ero portata da casa perché mi sembrava che non facesse effetto. Un giorno per caso però, decido di guardare quando mannosio contiene una dose di D-Mannosio. Scopro che il misurino minuscolo di plastica contenuto nella confezione che avevo io mi faceva assumere dosi minime! Allora ho iniziato ad assumerne molto di più, delle belle cucchiaiate, e lì finalmente inizio a sentire i primi miglioramenti!
Inoltre evito il più possibile di fare la pipì in giro, perché non potendo - per ovvi motivi - sedermi, non riuscivo a svuotare bene la vescica e farla "semi-in piedi" non mi permetteva di rilassare tutti i muscoli e dovevo quindi spingere per farla uscire tutta, cosa che naturalmente causava ancora più dolore all'uretra.
Non ho la costanza però di prendere il mannosio sul lungo periodo, massimo una o due settimane, e tutto ricomincia. Inoltre ricominciano bruciori proprio al vestibolo, in quella zona tra uretra e clitoride.
Insomma, in due mesi di inferno, tra stress incredibile per la scuola, litri di tisane alla malva, continui bruciori e pruriti, male all'uretra, male a fare la pipì, visite inutili, esami negativi (tranne un paio di candide qua e là), una visita da un urologo il quale mi ha spillato una cifra esorbitante solo per dirmi che dovevo prendere gli antibiotici, non per una settimana, ma per tre mesi (maledizione a lui), immensa solitudine perché ero in un paese straniero senza amici che fossero davvero stretti, con cui potersi sfogare, depressione, pianti inesauribili, esaurimenti nervosi, decido di chiamare un ginecologo perché ho bruciori più forti da un paio di giorni. Non riesco a sedermi normalmente e se appoggio la vulva sulla sedia sento come un dolore che parte da quella piccola zona tra vagina e uretra e si irradia per tutta la parte anteriore e superiore, verso il clitoride. Devo dire che fino a questo momento non mi era ancora passato per la testa che magari il mio era un problema era ginecologico e non urinario.
Mi faccio coraggio, faccio tutta la mia lista di termini medici tradotti, prendo appuntamento e vado. Alla visita mi dicono: "c'è un condiloma, proprio tra vagina e uretra, ecco perché niente di tutto quello che ho fatto finora ha funzionato".
Mi cade il mondo addosso. Condiloma, ma è possibile una ricaduta dopo 6 anni? Sì, mi dice la ginecologa. Disperazione. Uno dei miei incubi peggiori si ripresenta. La ginecologa mi dice che in una zona così delicata non mi farebbe mettere la crema, ma preferisce farmi una bruciatura che mi effettua al momento e mi FA UN MALE INDICIBILE (maledizione anche a lei... ma a questa gente perché non cade mai una tegola in testa?!).
Mi sento morire. Mi dice che probabilmente posso aver contagiato il mio compagno, anche se abbiamo avuto un solo rapporto protetto con profilattico. Voglio morire. Il sento di colpa mi distrugge. Mi sento tornare quell'ingenua ragazzina che anni prima si era fatta abbindolare da un pezzente. Mi sento quella ragazzina ingenua che non ha usato il preservativo. Mi sento cadere nello stesso maledetto errore, mi sento come se tutta la mia vita negli ultimi 6 anni fosse stata inutile. Mi sento come se fossi fuori da me stessa. Il dolore ormai mi ha sopraffatta, mi sento un'estranea a me stessa.
Disperata e ormai allo stremo delle forze, decido di mollare tutto a poche settimane dalla fine del corso e di tornare a casa per curarmi. Le lezioni potevo saltarle senza problemi, avevo però delle scadenze da rispettare e dovevo mandare ai professori tesine e robe varie per email.
Torno a casa, sono distrutta ma felice: finalmente so che cosa ho, so che cosa devo fare e so che posso guarire, sono a casa mia con il mio ragazzo!
Ma, ovviamente c'è un ma...
Vado dalla mia solita ginecologa, che mi dice di non vedere nessun condiloma. Mi fa l'esame con l'acido acetico due volte e non vede nulla. Faccio il pap test, negativo. Ma io vedo tutta una serie di escrescenze rosate/biancastre introno all'entrata della vagina, cosa diamine sono?! La ginecologa dice che non sono condilomi, ma non mi sa dire nulla di più.
Ed ecco che riparte una trafila di bruciori, pruriti, male all'uretra, tamponi vaginali (perlopiù tutti negativi, in un caso c'era la candida), acido lattico in vagina, mannosio come se non ci fosse un domani, frustrazione perché nessun medico mi capisce. La mia ginecologa non mi ascolta, non mi fa parlare proprio, mi interrompe per dirmi di mettere il canesten e buonanotte, devo alzare la voce per ottenere di fare un tampone se da qualche giorno ho fastidi particolarmente forti. Mi sento dire che sono fatta così e quindi che mi metta l'anima in pace e che impari a conviverci, che sono solo stressata, che sarò sicuramente allergica al lattice e altre ca****e colossali che - tristemente - molte di voi avranno probabilmente sentito.
Leggo questo forum per ore ogni giorno. Inizio ad eliminare il detergente intimo, compro valanghe di mutande bianche in cotone, mi asciugo con la carta igienica, l'asciugamano lo uso solo se viene direttamente dal cassetto di quelli puliti e lo butto immediatamente nella cesta dei panni sporchi, uso solo indumenti larghi e morbidi (i jeans ormai li avevo salutati da mesi), mi lavo le mani prima e dopo il bidet, smetto la pillola (che tra l'altro non tolleravo più: il mio seno era tesissimo e inoltre i miei capezzoli prudevano in continuazione).
Nel frattempo, non essendoci urologi donne nelle vicinanze, e non sentendomela per ragioni personali di mostrare le parti intime ad un uomo, vengo mandata da una ginecologa che si occupa anche di problemi urinari. Mi fa i soliti esami (tampone e urine), mi fa anche una ecografia transvaginale di uretra e vescica, la quale mi causa parecchio dolore. Anche qui però, non si cava un ragno dal buco. Questa chiamiamola "uroginecologa" mi propone due alternative: ciproxin per tre settimane per uretrite (causata da boh, mistero) oppure l'inserimento in uretra di una crema antibiotica e antinfiammatoria. Rifiuto categoricamente gli antibiotici e opto per la crema, mi sembra una terapia più fattible e con meno effetti collaterali.
Non l'avessi mai fatto! Dopo l'inserimento della crema, effettuato dalla dottoressa, mi sento peggio. L'uretra mi brucia sempre di più finché al terzo giorni di bruciori non riesco a fare pipì! Ho lo stimolo, non esce! Bevo come una matta, ne faccio un goccino e poi mi ritrovo ancora qualche goccia nelle mutande!
Panico, penso di avere una stenosi. Essendo sabato notte non mi rimaneva altro che andare in bagno ogni 10 minuti, appena sentivo lo stimolo, per evitare il più possibile di far ristagnare le urine in vescica. Prendo tanto mannosio per evitare una proliferazione dei batteri in vescia, bevo tanta tisana alla malva per disinfiammare e piano piano va sempre meglio. Rimane comunque quel senso di fastidio all'uretra, persino l'acqua del bidet quando mi lavo mi da fastidio. Inoltre la mia pelle della mia mucosa si spacca come niente: mi taglio allargando le gambe per fare il bidet, sanguino dopo una visita ginecologica, mi taglio se delicatamente apro le piccole labbra per dare un'occhiata alla zona! E poi il bruciore riprende.
La mia ginecologa di sempre mi fa usare per l'ennesima volta il canesten compresse che, per l'ennesima volta, non mi fanno nulla. Mi da anche il Gynoflor, delle compresse che contengono i bacilli di Doderlein e anche un po' di estrogeni, finalmente qualcosa che mi fa stare meglio! Forse l'unico farmaco che mi ha fatto stare bene finora.
Ricevo una telefonata dall'uroginecologa: propone, come terapia alternativa agli antibiotici, un tale normast che in Svizzera non si trova, ma dovrei andare a comprarlo in Italia. Lei non sa bene di che cosa si tratti, glielo ha suggerito un collega italiano. Nemmeno io conosco questo farmaco e allora inizio a fare delle ricerche, scopro la vulvodinia e la vestibolite. Non mi ero informata in precedenza perché mi sembrava che si parlasse un po' ovunque di dolore vulvare, cosa in cui non mi riconoscevo. Leggendo un po' di più invece mi sembra proprio di riconoscermi nei sintomi della vestibolite! Lo dico subito al mio medico e alla mia ginecologa, i quali non sanno che pesci pigliare. Mi dicono che non saprebbero da chi mandarmi nella mia zona e che faranno ricerche per vedere se in altre parti della Svizzera si occupano di questa malattia. Io aspetto e aspetto, leggo e spero, aspetto e spero e come al solito passano le settimane, settimane di nulla, settimane di depressione, settimane di solitudine. Nel frattempo inizio ad avere anche pruriti nella zona anale, la pelle è delicatissima e arrossata, la carta igienica ogni tanto mi infastidisce, anche se uso solo quella bianca senza profumi.
Dato che da dicembre 2013 non riesco a sedermi come si deve, la mia schiena è a pezzi. Invece che sulle natiche, mi siedo sul coccige e la mia zona lombare è un disastro. Vado da una fisioterapista e finalmente qualcosa inizia a cambiare. Questa persona mi ascolta! Capisce il dolore psicologico che provo! Capisce i disagi fisici che provo! Non mi guarda come se stessi parlando arabo! Mi parla in una maniera in cui nessuno finora mi aveva mai parlato. Mi dice le cose giuste, che mi colpiscono nel profondo, che mi colpiscono nel posto giusto e inizio a piangere, come un rubinetto. Come se lei avesse trovato il punto giusto, quel "tappo" che mi bloccava, e mi abbia fatto aprire tutto un lago di dolore, frustrazione, incomprensione, paura, sofferenza, preoccupazione, tensione e rabbia che avevo dentro. Ed era solo la seconda volta che la vedevo!
Quel giorno di fine giugno 2014 qualcosa in me cambia, capisco che devo essere attiva, che devo fare, devo decidere, devo agire. Insomma, devo prendere il controllo della mia vita e non farmi schiacciare dagli eventi. Quello stesso giorno torno a casa e mi il ragazzo mi dice che mi vede diversa, sembro diversa. Mi sento diversa!
Decido che basta, bisogna porre fine a tutto questo caos. Mi merito una spiegazione, una diagnosi. Da qualcuno di serio che se ne intenda. Cerco su internet e trovo l'ambulatorio di patologia vulvare del dr Murina a Milano, è abbastanza vicino e raggiungibile con il treno, chiamo e prendo un appuntamento col dr Roberti, chissenefrega se è un maschio!
Nel frattempo non smetto con il mannosio e dopo qualche settimana noto dei netti miglioramenti, allora inizio a scalarlo piano piano, fino a che faccio una settimana in cui lo prendo solo prima di andare a dormire. Dopo un paio di giorni di stitichezza, senza mannosio e dopo aver finito i fermenti lattici che stavo prendendo ecco che torna il dolore alla minzione e anche alla vescia: riprendo subito il mannosio e faccio l'esame delle urine che a detta del mio medico sono pulitissime.
Ieri sera in un momento di intimità (dopo tanti mesi ne avevamo bisogno!) il mio ragazzo mi ha penetrata ma solo con un dito, non ho provato nessuno fastidio o dolore, ma dopo ho notato di avere una sorta di escoriazione lungo l'interno di una delle piccole labbra.
Oggi poi ho riguardato e ho notato ancora delle escrescenze bianche tutto intorno all'entrata della vagina e al meato uretrale! Queste escrescenze mi sembrano più grandi e più bianche rispetto alla prima volta che le ho viste. E poi non mi sembra di vederle sempre, anzi, mi sa che ci sono ma che non sono così bianche! Non lo so. Ora non mi rimane che aspettare la visita con il dr Roberti e sperare di avere qualche risposta almeno da lui.
Ecco questa è la mia storia.
Di tutto quello che ho passato una cosa mi ha colpito particolarmente. La mancanza totale di empatia dei medici. Medici che fanno esami e manovre con la parte più intima del tuo corpo, e al tuo contorcersi dal dolore e al tuo "che male!" non sbattono ciglia. Né un "mi dispiace", "scusa", "è solo un attimo dopo vedrai che passa", "resisti", niente di niente. Ecco, a queste persone auguro molto di più di una tegola in testa. E auguro una carriera nel campo medico più breve possibile.
Inoltre, la quasi totalità dei medici che ho incontrato sono donne, e questo mi stupisce. Ma non capiscono? Ma loro come fanno?! Anche loro se hanno bruciori si mettono "il cuore in pace perché è tutto nella loro testa"?
Perché noi donne dobbiamo attraversare tutto questo, per poi non essere capite proprio da altre donne? Che senso ha tutto il mio dolore se le donne a cui affido la mia salute non si sforzano un minimo di capirmi, di avere empatia nei miei confronti?
Già è difficile parlare di queste cose in generale, ma come mi devo sentire se cercando di comunicare con chi di dovere mi sembra di parlare con un muro?
Anche se ho al mio fianco il mio ragazzo, che non smetterò mai di ringraziare, e pochi amici intimi che sono a conoscenza di quello che mi sta succedendo, mi sento molto sola. Lo so che ci siete voi che mi state leggendo e che potete capirmi, ma alla fine è una questione tra me e il mio corpo, nel quale nessuno potrà mai entrare. Non so se mi sto spiegando bene, ma nonostante il sostengo che ricevo da altre persone, alla fine della giornata, quando vado a letto, alla fine dei conti, sono io con me stessa e mi sento sola nel mio corpo.
Grazie a tutti coloro che sono arrivati fin qui e hanno avuto la pazienza di leggere la mia storia e grazie a chiunque avrà voglia di rispondermi.
Lyra7
PS: vorrei fare una piccola nota per ringraziare il mio ragazzo. Anche se lui probabilmente non leggerà mai questo post, mi sento di dirgli grazie per tutto il sostegno che mi ha dato ogni singolo giorno, per essere stato al mio fianco ogni singolo giorno e per amarmi così tanto ogni singolo giorno.