I calcoli più comuni sono quelli di ossalato di calcio. L'ossalato di calcio è uno dei precursori dei calcoli. Dovrebbe essere assente. Se presente probabilmente se ne è assunto troppo con la dieta (pomodori, spinaci, vitamina C, mele, …). Questi ossalati tendono a cristallizzare (cioè ad unirsi) formando appunto calcoli o renella. Questi aggregati durante il passaggio in uretra provocano microscopici graffi sulle mucose urinarie causando bruciore al passaggio dell'urina e facilitando l'adesione dei batteri in queste microlesioni in cui la capacità di difesa viene meno. La cristallizzazione di ossalati di calcio è favorita dall'ambiente acido. E' invece impedita dal ph alcalino. Ideale quindi il bicarbonato o altri alcalinizzanti e importante il controllo del ph che non deve scendere mai troppo.
Dal mio libro:
I citrati svolgono un ruolo importante anche nella prostatite cronica: l'alcalinizzazione del secreto prostatico ottenuta coi citrati, favorirebbe la diffusione dell'antibiotico nell'acino prostatico.
I citrati possono essere assunti anche per dare sollievo ai bruciori associati ad infiammazioni delle vie urinarie.
6) La formazione della maggior parte dei calcoli è agevolata da un ph acido. L'acidità infatti, riduce sia la quantità di citrati nelle urine, che l'efficacia della proteina di Tamm Horsfall (pag 58), altro potente inibitore dei calcoli, facilitando così l'aggregazione di cristalli di acido urico, ossalato di calcio, urati amorfi (di calcio, magnesio, sodio e potassio), cistina, leucina, tirosina, colesterolo, bilirubina, xantina.
La stessa proteina di Tamm Horsfall (pTH) però in ambiente acido tende ad aggregarsi contribuendo a formare calcoli e riducendo la sua superficie di adesione ai batteri (perdendo quindi anche la sua funzione antibatterica). L'ambiente alcalino invece aumenta la produzione renale di pTH, che restano non aggregati. Si è anche visto che più acido sialico contengono le pTH e meno provocano aggregazione di ossalati di calcio. Importante quindi non solo la quantità di queste proteine presenti, ma anche il ph della soluzione in cui sono e la quantità di acido sialico in esse presente.
Tra gli alcalinizzanti utili a prevenire la cristallizzazione vi sono l'economicissimo bicarbonato di sodio o i classici alcalinizzanti da banco. Estremamente utile l'alcalinizzante 7+ (ditta) che contiene importanti sali minerali in forma citrata.
Non sempre però l'alcalinizzazione previene i calcoli. Abbiamo visto precedentemente (pagg 81 e 89) che esistono batteri detti ureasi positivi (Proteus, Pseudomonas, Staphylococcus saprophyticus Providencia, Morganella) in grado di trasformare in ammoniaca l'urea contenuta nell'urina. Quest'ultima è molto alcalina ed innalza il ph urinario a oltre 7,5. L'alcalinizzazione eccessiva rende meno solubili i fosfati, il magnesio e l'ammonio, che invece di sciogliersi si accumulano aggregandosi in cristalli, che a loro volta formeranno calcoli di struvite. Solo in questo caso (e in quelli ancor più rari di calcoli composti da fosfato amorfo, carbonato di calcio, fosfato di calcio, urato acido di ammonio, solfato di calcio) è quindi prevista l'acidificazione urinaria per ostacolare la formazione di struvite. Importante quindi conoscere la composizione del calcolo o dei cristalli per poter intraprendere una terapia idonea alla loro disgregazione e alla loro prevenzione.