Selva e la vulvodinia

Mie carissime amiche,
mi permetto di rivolgermi a voi così, perché senza nemmeno volerlo, né saperlo, mi avete aiutato durante l’ultima parte di questo mio doloroso percorso. Il vostro esempio, le vostre storie, i vostri incoraggiamenti e i consigli sono stati un salvagente, un abbraccio silenzioso e umano. Voi siete l’unione che fa la forza, grazie a tutte per aver trasformato la sofferenza in un reale aiuto per le altre, grazie per aver creduto nella forza della condivisione. Grazie Rosanna, senza di te probabilmente sarei ancora a chiedermi che cosa ho che non va, a sentirmi sbagliata.
I miei disturbi iniziano a 19 anni (tenete conto che ora ne ho 34), con una candida. La maledetta si presentò durante una vacanza estiva, io non sapevo nemmeno che diavolo fosse quel prurito insopportabile e mi vergognavo tanto, così tanto che arrivai alla disperazione prima di chiedere aiuto a mia madre, che mi portò da una ginecologa nel giro di pochi giorni. Il primo consulto fu un incubo. Capitai nelle mani di una persona infastidita, fredda e per nulla empatica, la quale mi fece soltanto sentire ancora più sbagliata, facendomi arrivare il messaggio che la candida l’avevo presa facendo sesso. Non c’è bisogno di dirvi che mi riempì di antimicotici, da far prendere anche al mio partner. I sintomi migliorarono, ma da quel momento ebbi frequenti vaginiti da candida e cistite, ma anche da gardnerella e trichomonas, molte delle quali diagnosticate senza alcun tampone (mi riferisco a candida e cistite, i cui sintomi venivano immediatamente inquadrati come segnali inequivocabili della patologia in questione), curate tutte con antimicotici e antibiotici. Dopo i 25 anni emerge anche un altro sintomo, la dispaurenia. A meno che non fossi molto eccitata, capitava frequentemente di sentire dolore, di graffiarmi e di sviluppare dopo i rapporti qualche malessere. Desidero sottolineare che ho cambiato diverse volte ginecologa, avevo detto loro della dispaurenia, delle cistiti ricorrenti, ma nessuno mi ha mai parlato di sindrome vulvo vestibolare, nessuno si era mai soffermato più dei normali tempi di un controllo di routine. Ho sempre e solo ricevuto terapie farmacologiche, soprattutto antibiotiche, che sedavano i sintomi per un po’. I miei sintomi erano e sono sempre gli stessi: diaspaurenia e vaginiti/cistiti ricorrenti post coitali. A novembre di quest’anno dopo l’ennesima “candida” o presunta tale (la mia ginecologa me l’ha diagnosticata con una breve occhiata
), la mia amica mi parla di D-Mannosio, così facendo una ricerca su internet capito in questo sito ed inizio ad apprendere e soprattutto a non sentirmi più sbagliata, né sola. Inizio a mettere in pratica tutti i vostri consigli: biancheria intima di cotone, sospensione di qualsiasi detergente intimo, assorbenti in cotone, dormire senza intimo, lubrificante ai rapporti, decido di sospendere la pillola anticoncezionale e di imparare il metodoBillings (http://www.confederazionemetodinaturali.it). Inizio ad usare lo yogurt, poi il protocollo myriam al completo e finalmente per la prima volta mi sento realmente meglio, il prurito spontaneo regredisce, così come le perdite vaginali. Solo che la dispaurenia non regredisce, così quando provo ad avere un rapporto è davvero una sofferenza. Vado dal mio medico e mi faccio prescrivere un tampone vaginale e un esame delle urine. Risultato: a parte una carica importante di ureaplasma (500.000 colonie/ml) non emergono altre anomalie. Torno sul forum, cerco e ricerco storie di donne con i miei stessi disturbi, leggo Rosanna che consiglia di consultare il Prof. Pesce e così mi decido anch’io: fisso il primo appuntamento. Il 17 febbraio sono stata visitata e la diagnosi ricevuta è: vestibulodinia; ipertono dei muscoli del pavimento pelvico. Forse dovrei sentirmi rattristata, visto che non si tratta di banali vaginiti ricorrenti a causa dell’assunzione di terapie antibiotiche/antimicotiche o di abitudini sbagliate, invece no. Non ho alcuna intenzione di farmi schiacciare di nuovo dalla sensazione di inadeguatezza, stavolta il mio malessere ha un nome. Ho iniziato ad assumere i farmaci indicati dal prof. Pesce: etinerv, lyseen e laroxyl. Ho assunto per i primi cinque giorni etinerv e lyseen, senza riportare effetti indesiderati, poi da lunedì 23 febbraio ho iniziato con 3 gocce di laroxyl alla sera. Da quando assumo laroxyl ho notato di essere meno reattiva, sto sperimentando una sorta di torpore, un rallentamento nella produzione verbale, qualche difficoltà di concentrazione e aumento di sonnolenza
. So che forse è troppo presto per spaventarsi ma penso di contattare il prof Pesce se continua così.
mi permetto di rivolgermi a voi così, perché senza nemmeno volerlo, né saperlo, mi avete aiutato durante l’ultima parte di questo mio doloroso percorso. Il vostro esempio, le vostre storie, i vostri incoraggiamenti e i consigli sono stati un salvagente, un abbraccio silenzioso e umano. Voi siete l’unione che fa la forza, grazie a tutte per aver trasformato la sofferenza in un reale aiuto per le altre, grazie per aver creduto nella forza della condivisione. Grazie Rosanna, senza di te probabilmente sarei ancora a chiedermi che cosa ho che non va, a sentirmi sbagliata.
I miei disturbi iniziano a 19 anni (tenete conto che ora ne ho 34), con una candida. La maledetta si presentò durante una vacanza estiva, io non sapevo nemmeno che diavolo fosse quel prurito insopportabile e mi vergognavo tanto, così tanto che arrivai alla disperazione prima di chiedere aiuto a mia madre, che mi portò da una ginecologa nel giro di pochi giorni. Il primo consulto fu un incubo. Capitai nelle mani di una persona infastidita, fredda e per nulla empatica, la quale mi fece soltanto sentire ancora più sbagliata, facendomi arrivare il messaggio che la candida l’avevo presa facendo sesso. Non c’è bisogno di dirvi che mi riempì di antimicotici, da far prendere anche al mio partner. I sintomi migliorarono, ma da quel momento ebbi frequenti vaginiti da candida e cistite, ma anche da gardnerella e trichomonas, molte delle quali diagnosticate senza alcun tampone (mi riferisco a candida e cistite, i cui sintomi venivano immediatamente inquadrati come segnali inequivocabili della patologia in questione), curate tutte con antimicotici e antibiotici. Dopo i 25 anni emerge anche un altro sintomo, la dispaurenia. A meno che non fossi molto eccitata, capitava frequentemente di sentire dolore, di graffiarmi e di sviluppare dopo i rapporti qualche malessere. Desidero sottolineare che ho cambiato diverse volte ginecologa, avevo detto loro della dispaurenia, delle cistiti ricorrenti, ma nessuno mi ha mai parlato di sindrome vulvo vestibolare, nessuno si era mai soffermato più dei normali tempi di un controllo di routine. Ho sempre e solo ricevuto terapie farmacologiche, soprattutto antibiotiche, che sedavano i sintomi per un po’. I miei sintomi erano e sono sempre gli stessi: diaspaurenia e vaginiti/cistiti ricorrenti post coitali. A novembre di quest’anno dopo l’ennesima “candida” o presunta tale (la mia ginecologa me l’ha diagnosticata con una breve occhiata

