Sono mesi, che vi seguo, e adesso non so da dove cominciare. Opto per le presentazioni, anche se un po' mi fa strano: per me siete una famiglia, vi conosco, una ad una. Mollo la presa della vena poetica che mi ispirate, belle mie, e mi introduco nel modo canonico, certa che ce ne sarà, di tempo, per approfondire tutto, per dimostrarvi il mio affetto sincero.
Ciao, ragazze. Ciao, Rosanna. Sono Fede, ho 26 anni (quasi), una tesi da scrivere (senza che ne abbia la benché minima voglia) e una vita, dietro e davanti.
Sbrogliare la matassa, non è facile: la mia, come quella di tante, tantissime altre che ho avuto l'onore di leggere qui, è una storia fatta di alti e bassi, di picchi e discese, ingarbugliata e normalissima. Spiegarvi tutto, senza dilungarmi troppo: questo, è il mio obiettivo. Offrirvi degli elementi chiari. Ci proverò, anche se spesso mi perdo in uno dei mille bicchieri d'acqua che mando giù, al giorno.
La mia storia comincia anni fa, quando ne avevo 18. Con il primo "principe verde", arriva anche una vita sessuale bella, felice, piena. Della cistite, e di altre problematiche, neppure l'ombra. Mi portavo appresso un paio di cicatrici mal curate, che a volte continuano ad aprirsi, legate ad un periodo precedente della mia vita, durante il quale il mondo era un cuore e la cattiveria altrui mi sembrava una stronzata impossibile. Com'è ovvio, non fu così, e con i primi amoretti, legati ad un'adolescenza vissuta in un contesto scolastico pesante e ostico, arrivarono anche i primi dolori. Perdo la testa per un paio di figuri non meglio identificati tra i 15 e i 16. Altrove vi racconterò anche di loro: sono certa che da qualche parte, dentro di me, l'ombra della bestia - vestibolite e contrattura a seguito - è dipesa in gran parte da ciò. Ma torniamo a noi: conosco il principe verde D., e con lui tutto normale. Tutto bellissimo. Finché.
Il primo episodio di cistite, lo ricordo bene. Tornavo dalla mia prima vacanza da sola, era l'estate dei miei 18 anni. Torno a Roma, dove tutt'ora abito con i miei genitori, e ho il primo attacco forte, emorragico. Mia madre, ex cisty girl, dà il beneplacito al Monuril. La prima dose della mia vita. Passa, come era venuta, come un'anomalia, come un raffreddore stagionale. Sto bene per anni.
D. passa, e con lui il suo cavallo, e dopo lui arriva - quasi subito - G., il principe con la chitarra verde di nome Camilla. Cominciano i concerti, i miei splendidi vent'anni, le uscite di gruppo, le scampagnate. Uno dei periodi più dolci della mia "prima parte". Della cistite, non se n'è mai sentito parlare. Soffro di candida, per un breve periodo, curata con delle lavande prescritte dalla ginecologa di allora. Poi, arriva anche lei, ma faccio addirittura fatica a ricordarmela. Passata, come la prima volta, come due anni prima, con le solite due dosi di Monuril, e tanti cari saluti. Nessuna urinocoltura, niente di niente. Sto bene per secoli.
Insieme ai ventuno, arriva la voglia di star sola. E con lei, un paio d'anni sabatici, durante i quali mi rendo autoconsapevole del fatto che a me, i principi, fanno piuttosto schifo. Opto per continuare l'università al meglio, per starmene con le mie amiche, per lavoricchiare il giusto che mi consentisse di starmene in pace durante i miei weekend, senza chiedere niente. Incontro un paio di persone, cui però non mi lego. La cistite nemmeno ricordo più cosa voglia dire. Di lei neppure l'ombra.
Ne compio ventitré, e arriviamo al 2010. Con essi, qualcuno mi fa un regalo, e mi fa innamorare. Ci si mette tutto, il destino. Conosco H., e ancora oggi a scriverne fa tanto male. Una storia di una bellezza inimmaginabile, probabilmente la mia anima gemella. Eravamo anima, in due, alla mia mancava un pezzo. Comincia l'altalena dei tre anni più meravigliosi e dolorosi della mia vita. Comincia quella che a lui, in un barlume di lucidità dettato vuoi dal disincanto, vuoi dal tempo, ho definito: "parentesi necessaria". Con lui, arriva l'amore. E arriva la Bestia: e, stavolta, fa un male cane.
Comincio a stare male. Prima di conoscere lui, nel luglio del 2010, avevo avuto dopo svariati mesi di astinenza un solo rapporto, protetto. Il giorno dopo, mi sveglio con un bruciore enorme, e con perdite di sangue, ma senza cistite. La ginecologa di allora (ne avrò cambiate/i dieci) mi diagnostica una vaginite in forma forte, curata con ovuli, e mi fa fare i tamponi, dai quali non risulta niente, così come dalle urinocolture. Passa, ma nel giro di poco conosco lui, e riprendo un'attività costante: e, dalla prima volta, la Bestia ha deciso di accompagnarmi definitivamente.
Comincia il calvario dei test, dei tamponi, dei vasetti sterili e degli antibiotici. Mi rivolgo a più e più specialisti, compreso il papà di una delle mie migliori amiche, ginecologo ma anche medico omeopata, che speravo potesse definitivamente risollevarmi dal baratro. Ragazze: da che mi veniva solo dopo i rapporti, il giorno dopo, esattamente dopo 24 ore, diventa cronica. Niente, la faceva passare, se non i ripetuti antibiotici. Finché non compare, finalmente, l'Escherichia. Mi risollevo, pensando di avere finalmente trovato il bandolo della matassa, adducendo che - chissà - da qualche parte 'sta roba stava latente, e finalmente era venuta fuori, pronta ad essere sconfitta. Inutile sottolinearvi quanto mi sbagliassi.
Non c'è stata una persona che mi ha saputa realmente aiutare. Alla fine, tutti alzavano le spalle, e pronunciavano la frase che tante di noi si sono sentite dire, e che Ros emblematicamente ha riportato nella home: curati la psiche. Comincio a fare PNR, "rimpicciolendo" i pensieri negativi, cercando di guardarli dall'esterno. Recitavo addirittura un mantra costruito ad hoc per me, dal ginecologo-papà di cui sopra, attraverso il quale mi sarei dovuta autoconvincere che ero stupenda, anche con la cistite. Intanto, mi pisciavo sotto, e desideravo solo non svegliarmi più. Sapete, a cosa mi riferisco. E non sapete quanto mi rincuori essere consapevole del fatto che non mi reputerete mai esagerata, se dico questo. Arrivo a pensare di lasciare lui, che poveraccio non sapeva più cosa fare. Non arrivo a capire che non stavo bene, che non ero felice, che ero io, a non voler guarire, a non voler capire il problema. Approdo qui, sul vostro forum, ma volevo solo una soluzione istantanea e che comportasse poche energie: non ne avevo più. Comincio il mannosio, ma senza altre accortezze, senza leggere come avrei dovuto, senza comprendere e comprendermi. Mi sentivo terribilmente sola, e stupida.
Con il mannosio, argino il problema. Ma intanto continuo a ruminare Urotractin, ormai assumendolo come facciamo con il nostro BDS anche solo prima o dopo una lauta cena a base di alimenti proibiti. Bere una birra era diventata una chimera: con D-Mannosio me ne sono permettere una, che non dimenticherò mai. Ma il mio approccio era sbagliato. Non volevo comprendere. Avevo il paraocchi. Lo stesso che mi impediva di capire che con lui stava finendo, da qualche parte dentro di me.
La storia, effettivamente, finisce. Ci mette tanto tempo per farlo, trascinandosi in una croce che non era nè potenza nè stasi. Era semplicemente diventato normale, avere questa spina nel fianco. I nostri rapporti, per quanto l'amore sia stato grande, non erano mai stati un granché. Spesso, mi faceva sentire non desiderata: mai, un gesto d'affetto, un approccio. Dovevo fargli da madre, da sorella, da uomo. Dovevo fare tutto io. In compenso, mi guardava ormai dall'alto della sua saccenza. A volte nemmeno ci rendiamo conto di quanto l'amore malato sia peggio della mancanza d'amore, pretendiamo di poter cambiare le cose, senza capire che dobbiamo in primis farlo con noi, la cosa più importante che abbiamo.
Si trascina fino alla scorsa estate, dopo l'ennesimo litigio. Ci lasciamo "da bravi amici". Ed io, stavolta, davvero, mi porto appresso il peso di un fallimento tremendo, che sedo con il succedaneo di un amorazzo estivo vagamente squallido, finito in un parcheggio a fare ciò che dovevamo fare. La mattina dopo, era metà luglio, mi sveglio e vado a finire all'ospedale.
A maggio, durante uno degli ultimi rapporti con H., avevo dovuto prendere la pillola del giorno dopo. Avevo sempre preso Estinette, ma in un moto d'ira avevo deciso di non imbottirmi più di ormoni per lui. E infatti guardate com'è andata a finire. Non so se attribuire la responsabilità alla pillolona. Fatto che sta che mi diagnosticano un versamento nel douglas, determinato - probabilmente - dallo scoppio di un follicolo troppo grande. Mi riscontrano la presenza di un corpo strano, all'interno dell'utero: c'è chi mi parla, come fossi un animale, di endometriosi, e con dovizia di particolari insiste sul dettaglio delle presunte difficoltà che potrei avere avuto, dopo, nel concepire. Avevo una cisti ovarica, ragazze: sta cisti-qualcosa che torna. Di 7 cm. Riesco a reagire con una forza che non credevo assolutamente di avere, perché pensavo di essere ormai sola come un cane, perché attribuivo la responsabilità di questo mio dolore al mio rapporto fatto con leggerezza. Mi sono autocolpevolizzata, ma subito dopo ho tirato fuori le palle. Per capire che H. non mi è stato vicino nemmeno un secondo, se non per uno sporadico pranzo dopo la RMN, ci ho messo di più. Ma alla fine sono arrivata anche a quello.
La cisti esplode dopo un altro rapporto, fatto più che altro per "vedere come andava". Negli unici tre giorni di vacanza che mi concedo, esplode, e con essa dissenteria e dolori a non finire. E' sparita, però, senza lasciare traccia, almeno fisica. Latente sta la paura di un ritorno, così come il problema della bartolinite, sempre riscontrata in seguito alla RMN. Ho la ghiandola di sinistra ingrossata, ma niente di che: lei, si sarebbe fatta sentire dopo, tanto per non farci mancare niente.
Passano cinque mesi. Nel frattempo, finisco gli esami, mi taglio i capelli, mi dimagrisco, e mando a quel paese H.
Comincio a riprendermi la mia vita, con l'intenzione di non lasciarla andare mai più. Ad oggi, a livello personale, rimane il grande scoglio della tesi, nata con lui, sotto la sua stella, sui Paesi dell'Est che lui mi ha fatto conoscere ed innamorare. Non sarà facile affrontarla, ho nemmeno tre mesi. Ma ho un biglietto per il Giappone, dove la mia migliore amica nel frattempo è andata per studiare, e una nuova speranza dentro. E sono sicura che con il vostro aiuto e sostegno supererò anche questa.
La cistite diventa un ricordo solo perché non ho attività sessuale. Dopo l'estate passata, dopo gli ultimi tre anni, mi ero decisa a stare da sola, ad aspettare, e a rivedere tutte le mie priorità. Poi, lui ha aperto la porta, io l'ho riconosciuto, e ci siamo messi a cantare.
Con Fabio, mi entra dentro la consapevolezza. Mi si chiude il cerchio. Io, ragazze, ve lo giuro: dovesse "servire" anche solo a questo, non smetterei mai di ringraziarlo. Dovesse finire domani. Non c'è stato bisogno di dirci niente, nemmeno di presentarci. E' entrato nella mia vita come un dato di fatto, senza lo sconvolgimento di ali di farfalla nello stomaco. Ci si è messo di punta, il mondo. Ci ha fatti incontrare per caso, giorni dopo che ci eravamo conosciuti, ma non c'era bisogno di tutta 'sta spettacolarizzazione. Adesso io mangio, ragazze, sorrido, vivo, faccio tanto l'amore con lui ed è come se veramente non l'avessi mai fatto: è una fusione, non sesso. E' tenerezza, è sporco, è pulitissimo. E' tutto profumato di biscotti. Io, una ragazza tradita, mandata a quel paese con una mail.
Lui, e il suo zainetto altrettanto pieno di sogni andati a rotoli e paure.
Ci siamo visti, ci siamo riconosciuti, e così andò.
Con lui, arriva finalmente la voglia di risolvere per sempre il mio problema. Comincio a leggere il forum più che posso, mi chiudo dentro casa per una settimana e non faccio altro: prendo appunti, segno, leggo e rileggo, sogno, maturo una nuova consapevolezza. Ed eccomi nel club delle "vestibolitiche", contratte a morte.
La nuova fase si apre quando se ne accorge, senza che io gli dica niente. Mi dice solo, mentre lo facciamo la prima volta: faccio piano, per non farti male. Io voglio solo farti stare bene. Voglio migliorare, per te. Guardandomi dritto negli occhi.
Comincia, così, la mia avventura, dalla "fine". Riporto qui lo specchietto che mi sono fatta, e che mi rileggo tutti i giorni:
1) Mi lavo solo ed esclusivamente la zona anale con sapone D-Mannosio (stupendo, peraltro). Per il resto, acqua e solo acqua, e solo scottex per asciugarmi.
2) E' ormai un mese che ho ricominciato, assiduamente, D-Mannosio in dosi. Nell'unica fase acuta che ho avuto, dopo il primo rapporto, sono arrivata anche a 6 die, adesso ho scalato a 4, con tutte le accortezze del caso, sempre prima di andare a dormire, e seguendo alla lettera tutti i vostri consigli meravigliosi: sempre a stomaco vuoto, sempre dopo aver fatto pipì, in acqua calda, manovra del dito se del caso, poi bevo tantissimo.
3) Bevo tantissimo, soprattutto le nostre belle tisanone di malva, gramigna ed equiseto, che sono una mano santa e mi piacciono da morire. Rigorosamente senza zucchero. Faccio bollire l'acqua in un pentolino, ci verso due belle cucchiaiate di erbette, e lascio bollire per dieci minuti. Poi, spengo, raccolgo la condensa nella tazzona, e bevo bevo, anche tre volte al giorno. Questo, è il mio personale modo di prepararle, non pretende di essere il definitivo: però, con me, funziona alla grande, e quindi ve lo consiglio.
4) Sempre la mattina, prendo il X-flor e mi faccio un bel nonito.
5) Dopo i pasti, mezzo misurino di D-Magnesio e una cp di Cistiquer. Al momento, sto ad un mezzo misurino di D-Magnesio e ad una cp di Cistiquer, perché voglio andare gradualmente, valutando le mie reazioni. Ho notato un po' di bruciore di stomaco, i primi giorni di assunzione del magnesio, quindi ho ridotto la dose e lo assumo a stomaco pieno. Piano piano arriverò ai due mezzi consigliati, e se del caso alle due cp di Cistiquer (grazie, Ros
ho seguito tutto il tuo successo in merito, sei fondamentale).
6) Mi sono iscritta ad Hata Yoga: purtroppo, il corso si tiene solo una volta a settimana, ma sempre meglio di niente. Ci sono degli esercizi formidabili che, quando avrò acquisito una maggiore praticità, vi spiegherò, magari provando a fare un video come quello di Laura (che saluto
).
7) La sera, prima di dormire, prima dell'ultima dose di D-Mannosio, faccio venti minuti di Kegel reverse, seguendo le istruzioni di Ros sulla home. Purtroppo, non ho ancora trovato il coraggio di fare gli automassaggi... mi aiutate?
8) Ovviamente, dulcis in fundo, non lo faccio mai se non con la nostra cremina D-Mannosio. Prima, durante e dopo, sempre. Al momento, ho ancora le dosi, ma al prossimo ordine opto anche per quella in tubetto, almeno è più comoda per il dopo. Lì per lì mi brucia un po', ma dopo è una sensazione meravigliosa. Agli ultimi rapporti un po' frenetici (
) ho anche fatto la lavanda di "Ettore" (
), ma non voglio esagerare, perché non ho fatto il tampone vaginale, quindi non so come sto messa a lattobacilli. Cosa mi consigliate, a tale proposito? A me fanno un gran bene, ma non vorrei esagerare...
Ragazze, insomma.
E' sicuramente presto per cantare vittoria.
Ma mai troppo per cantare e basta.
Vi voglio bene, tanto.
Grazie per avermi letta, e scusate la lunghezza del papello.
Spero di sentirvi prestissimo.
Fede