da Stephanie » gio set 01, 2011 3:12 pm
per quanto mi riguarda, staccarmi da mio padre è (è stato ma lo è ancora un po'...) difficile perché io l'ho molto amato, e lui mi ha molto amata, e contemporaneamente l'ho temuto, perché era un uomo che urlava, aveva scatti di rabbia, mai fisicamente violento, ma emotivamente violento, una specie di bomba sempre pronta ad esplodere per ragioni minime (=la mia pancia) e non si sapeva mai fino a che punto sarebbe arrivato. Le vicine di casa che non lo conoscevano sentendo la sua voce lo temevano e lo evitavano, poi conoscendolo meglio capivano che era uno che faceva la voce grossa ma in realtà era una persona innocua. Ma io mi sentivo piccola vicino a lui e speravo sempre che non tornasse a casa, perché come arrivava le cose andavano male, l'aria diventava pesante. Si avvicinava solo per controllare, per giudicare, per ridicolizzare o ridere dei temi e dei miei disegni (una bambina di 6 anni!!), per costringermi a leggere dicendo che non ero capace a dare intonazione (io leggevo e leggo benissimo), arrivando a svalutare la mia insegnante perché secondo lui mi dava voti troppo alti, quindi era anche lei incapace dalla manica larga, alla luce di come io scrivevo, leggevo, disegnavo.
Io dovevo essere 'una brava bambina', la sua parola preferita era 'ubbidienza', e pensava che i figli si facessero 'per servire i genitori, altrimenti a che pro farli?' di me ripeteva che sarei stata 'il bastone della sua vecchiaia', e parlava di 'vecchiaia', che lui era 'vecchio', già a 40 anni. Ora ne ha più di 70 ed è il più sano e forte di tutti, vive in un egoismo ed egocentrismo totale, così forte che quando una di noi donne sta male, lui si lamenta del fatto che lui sta male più di te, anche se non è assolutamente vero, e comincia a farti la lista dei suoi disturbi. Se provi a parlare di te con lui subito ti parla di come lui è vittima e sofferente e che tu sei incapace e senza palle (dimenticandosi il fatto che una donna le palle non ce le ha, per fortuna).
Di me e di mia sorella è stato sempre deluso, impossibile non deludere una persona delusa di sé e della vita, una persona piena di perfezionismo e senso di colpa per "l'errore di non essere perfetto". Mia sorella l'ha rifiutato sin da piccola diventando un tipo maschile e lui per questo l'ha ignorata, la chiamava 'strega' (effettivamente mia sorella era orrenda, ma un genitore credo debba e possa avvicinarsi in altro modo ad un bambino). In questo modo mia sorella ha salvato una parte di sé, ma ha semi chiuso i rapporti con l'altro sesso, maschilizzandosi ed imbruttendosi, indurendosi caratterialmente ed isolandosi. Io invece sono stata rifiutata un po' dopo perché anche se dolce e femminile (e definita 'mentuccia' nel senso mente piccola, nonostante fossi intelligentissima e capace), ho amato "un altro", un uomo che non gli piaceva.
Al di là dei difetti del mio ex, io sapevo che non gli sarebbe piaciuto nessuno, ovviamente ho trovato uno che aveva tutti i difetti che lo avrebbero fatto particolarmente incavolare, ma quello era l'uomo che piaceva a me e che capiva i miei tormenti e con cui sopratutto io riuscivo a parlare, che mi lasciava libera, che mi stimolava la mente ed il corpo. Il tuo ragazzo non è un caso.
Il sistema ricattatorio che usano è di farti sentire non amata, esclusa, e allontanata per farti cedere, prima o poi, in preda a sensi di colpa, paura, dolore. E ci riescono. Ci riescono credo perché noi desideriamo ancora profondamente essere le 'brave bambine di papà', non abbiamo ancora il coraggio, la forza, di accettare la nostra crescita, la maturità e di mostrare il nostro potere che si trasforma in autolesionismo. Abbiamo ancora paura di essere troppo potenti e di mostrare loro che noi siamo capaci di autonomia economica, che non abbiamo bisogno di loro, che stiamo meglio senza di loro, che siamo più forti e mature di loro.
Se non ci riescono coscientemente a farti retrocedere, ci riescono tramite la depressione che tu vivi, o la somatizzazione che ti permette di non impazzire nel conflitto ma ti blocca, o la dipendenza economica, la sensazione di non avere potere sulla tua vita, di non poterti conquistare il tuo spazio, e accadono una serie di eventi come perdita di lavoro, sintomi, un ragazzo giovane che ora non può portarti fuori casa perché non lavora o un ragazzo che non ha stabilità economica come è capitato a me.
E' come se dovessi fare il primo taglio perdendo agli occhi del padre lo status di 'brava bimba' per poi passare al secondo taglio, e diventare una donna che ha incorporato sia il bene che il male, capacità di dare ma anche di ricevere, di prendersi cura degli altri ma anche prima di se stessa. Non più madre dei propri padri bisognosi ed infantili, ma madre dei nostri eventuali figli o dei nostri progetti creativi. Io un taglio forte l'ho dato in passato, ma poi sono ritornata, presa a calci nel c*lo, all'ovile. Credo che il motivo sia stato aver interpretato delle scelte che ho fatto non come scelte potenzianti, ma come scelte depotenzianti. Era una parte del percorso di vita che dovevo fare.
Io ora sto molto guardando al rapporto con mio padre, anche attraverso la tua storia. Divisa tra la madre santa/colpevolizzante/insicura/dipendente/frustrata e poco femminile ed il padre maschilista-egoista-depresso-aggressivo. Io sento di aver perduto/ceduto in questa dinamica il mio potere di andare nel mondo, costruire la mia vita. Mi sento veramente castrata, ma fortunatamente inca**ata. Non cedere al suo volere, sarasa, prenditi la tua vita. Io mi sto riprendendo la mia, ho fatto un primo tentativo, andato non troppo bene, ma ho imparato un sacco di cose. Non cedere al suo ricatto. Tu alla tua età hai diritto alla tua vita, qualsiasi essa sia, poi se il tuo amore è giusto o no lo deciderai tu, intanto vivitelo, vivere anche una cosa eventualmente sbagliata (ma sbagliata in base a cosa? a chi?) è sempre meglio che morire di depressione e rimpianti, rancori, solitudine. Non è detto che questo ragazzo sia il tuo ultimo amore, può darsi di sì o magari ti apre la strada ad altri amori, altre amicizie, e comunque ti mette davanti a te stessa.