Grazie ragazze, grazie di esultare con me, grazie per essere qui e per quello che siete.
Grazie anche per queste vostre ultime risposte che mi fanno riflettere sul fatto che è proprio vero! E' vero che sto come ho scritto nel mio ultimo post! Torno a rileggerlo ogni giorno perchè mi chiedo se sono io che l'ho scritto! E... si! Si cacchio l'ho scritto io. L'ha scritto la stessa Daria che è stata a piangere per tanto tempo sdraiata con lo scaldino bollente tra le cosce, quella che ha ancora le tracce delle ustioni a forma di ragnatela.
Sto pensando che negli ultimi mesi ho avuto progressivi miglioramenti, che poi sono stati accentuati nettamente dal laroxyl (il quale a far bene i conti ha iniziato a farmi bene per certo dopo sole 3 settimane). Penso che è meraviglioso non sentir sobbalzare la vescica ad ogni passo con tanto di dolore in abbinamento, quel dolore pungente lancinante brucioso che irradia malessere e disagio a tutto il corpo. E poi tutte quelle limitazioni, non star fuori casa per una giornata sennò stai male, non correre sennò stai male, non andare a fare la spesa dopo il lavoro per correre a casa con tisana e scaldino e kr ecc ecc.
Non è per dire che ora tutta sta roba non esiste più. So che l'ascolto di me stessa e l'amore per me stessa devono permanere, ma.... è che adesso mi sembra quasi di essere un'altra. L'amore una volta a settimana senza la condanna del dolore, senza rinunciare ad uscire, a stare in piedi dritta, a ballare, a ridere, signore mie ma quando mi sento più donna ora?!?!? Lo so, forse sbaglio, non è che prima non ero donna, ma ora mi sento libera addirittura di "provocare" il mio uomo, mi sento libera di chiedere amore e mi sento più sexy. Mi sento un pò più femmina solo per il fatto di sentirmi più libera di prima!
Mi chiedo quando ho veramente sofferto per non ricordarmi più che una volta ero così?!?!? E invece mi sembra tutto nuovo, mi sembra di essere uscita dal buio, mi sembra di aver ottenuto un'altra chance.
E si, tutto questo perchè nell'ultimo mese ho avuto una vita normale!!!
E pensate che metto sempre sempre sempre le calida, ma comunque mi sento bella! Non è quello che indosso che mi rende bella, è il contenuto di quel che indosso che lo fa. E ora che ci faccio mente locale magari fra un pò posso osare mettermi in costume e fare il bagno al mare! E magari non mi verrà la cistite! Oddio che emozione oddio oddio oddio...
Stamattina poi ho fatto la sborona, ho messo i jeans!!! Si, quel capo che mi riempie mezzo armadio e che non tocco da un'eternità. Pantalone proibito a chi come me ha il pavimento pelvico troppo delicato: strizza la patata, sfrega senza pietà, stringe la pancia, sega la vescica, ha quella maledetta cucitura a croce proprio lì al centro della femminilità. Vi saprò dire se ho osato troppo ma ora me li godo sti jeans. Claudio stamattina ha detto che ho un bel sedere e solo questo mi ha fatto camminare a 10 centimetri da terra.
Ho capito ho capito, la mia patata è il fulcro della mia identità di donna e riaverla in salute (o quasi dai) mi fa sentire più sicura e più consapevole di molte cose mie. La contrattura e la vulvodinia ti rendono disabile nella parte più vulnerabile - perchè più profonda - di te. Sono patologie vigliacche che si mettono in società con la disistima di se stesse, con la solitudine e... con la rassegnazione all'handicap.
Ma io manco me lo aspettavo che sarei stata così come sto ora.
Quante volte ho pensato di essere per il mio uomo una compagna che lo faceva sentire al sicuro? Nel senso che malata e con tutta la mia sessualità martoriata non mettevo certo a repentaglio il nostro rapporto. Lui era bello, sano, desiderato dalle donne e io donna a metà senza potenzialità di seduzione. Un caso umano. E comunque lui sta ancora qui, e dice di amarmi; non si è stancato, non ha mollato. Vorrei che sapesse, attraverso anche la mia conquista della salute, che sto con lui perchè l'ho scelto tra tutti gli uomini e non perchè una patata a pezzi mi costringe a stare ferma dove sto. Non so se riesco a spiegarmi, nella realtà la cosa è più semplice che spiegarla. Non voglio essere la malata di cui lui si prende cura teneramente, voglio essere anch'io scelta per quello che sono con tutti i rischi che ciò comporta.
Forse valgo abbastanza come persona da poter riavere una patata sana e quindi da non dover ricorrere alla disabilità come strumento ricattatorio di amore.
La salute da questo punto di vista sembra una sfida molto tosta. E la libertà è un potere a doppio taglio: da una parte amplia enormemente il tuo raggio di scelta e dall'altra ti rimette in sella di un mondo fatto di confronti senza condizioni e senza favori. Come dire che adesso non ho più scuse, il mondo è lì fuori che mi aspetta, e nel confronto con gli altri posso anche perdere. Ma questa donna qui (cioè io) non ha intenzione di perdere, ha intenzione di mettersi allo stesso livello delle altre donne e di riconquistare ogni giorno il proprio uomo senza barare più con la vulvodinia!
Scusate se sembra un discorso delirante. Giuro che non lo è, sono solo molto entusiasta di riavere di nuovo l'opportunità di tornare in sella.
E se in quest'ultima espressione intravedete un doppio senso erotico, ben venga
Un bacione, belle
Daria