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Rosanna ha scritto:Uno degli scopi di questo forum è proprio il tentativo di abbattere quelle barriere schifosamente repressive, decondizionare la donna dai falsi miti (maschili) occidentali e rivalorizzare il nostro femminile naturale.
Impresa ardua, ma stimolante.
Rosanna ha scritto:Poi sono cresciuta ed ho rielaborato la condizione femminile attuale con maggiore lucidità e maturità, anche in virtù di una coscienza materna prima ignota. Da femminista incallita mi sono trasformata in "femminiLista" (termine stupendo rubato a Stephanie). Non voglio raggiungere la parità maschile (abbiamo esigenze diverse e non vedo perchè quelle maschili devono essere le mie, come guidare, fare carriera nel lavoro o in politica, andare in guerra, ecc). Lotto esattamente per l'opposto: contro la perdita di femminilità a cui si sta sempre più assistendo per uniformare la donna ad un modello maschile in modo da poterla sfruttare non solo per le sue peculiarità femminili, ma anche per le sue potenzialità maschili (ora la donna non solo deve allattare, cucinare, essere attraente e sempre in ordine, ma deve far tutto ciò nei ritagli di tempo che il lavoro le concede).
Rosanna ha scritto:La nostra è la società del distacco precoce dal neonato e dell'allontanamento breve dalla filiera produttiva. Le donne islamiche allattano finchè il bambino non si stacca autonomamente, noi siamo incentivate a svezzare al più presto i nostri figli per soddisfare le esigenze del mondo del lavoro e dei produttori di latte in polvere. Ho fatto un sondaggiosull'allattamento materno (viewtopic.php?f=94&t=890&start=0) e i risultati sono a dir poco impressionanti: l'allattamento al seno è ormai diventato un evento elitario e se chiedi a queste donne come mai non hanno allattato, ti risponderanno TUTTE che non avevano sufficiente latte. Possibile che la produzione di una cosa così naturale come il latte materno specie-specifico sia impossibile per la maggior parte delle donne? Questo è solo quello che ci vogliono far credere! Il neonato va svezzato precocemente per "liberare" la madre e "permetterle" di recarsi a lavoro.
Elisabetta ha scritto: (docilità, grazia, remissività, compiacimento, predisposizione all'accudimento, sensualità, eccessiva emotività, empatia, ecc.)
Elisabetta ha scritto: (capacità decisionale, aggressività, dominanza, competitività, compressione delle emozioni e della loro espressione)
Elisabetta ha scritto:Non uguaglianza. L'uguaglianza è sinonimo di livellamento, di disconoscimento di alcune diversità e necessità proprio non sono degli uomini e delle donne, ma per esempio anche dei bambini, delle persone migranti, di coloro che professano religioni diverse dall nostra.
Equità non significa imporre alle donne il peggiore modello maschile (guerre, sfruttamento, torture, ecc.) ma dare a tutte l'opportunità di poter scegliere cosa fare della propria vita a prescindere dal proprio sesso.
Elisabetta ha scritto:Se alcune donne si sentono realizzate nel trascorrere le loro giornate in un ruolo di cura di figli e marito e magari anche genitori o suoceri, bene (anche se, dovrebbero essere sempre presenti sul territorio strutture adeguate a sostegno di tali attività: asili nido, scuole materne, nidi aziendali, istituti – e non lager – per anziani e disabili: in una parola, welfare, che in Italia è a carico – gratuito – delle donne).
Elisabetta ha scritto: Io non vorrei mai partorire in un luogo (es. a casa) dove non possa essere seguita costantemente da personale medico esperto, dove non possa contare su di un reparto di neonatologia (rari, lo so). Non m'importa se accanto a me ci siano uomini o donne: voglio medici, maschi o femmine o trans che sappiano cosa fare per me e il feto in caso di necessità ed urgenza.
Elisabetta ha scritto: L'ospedalizzazione del parto ha ridotto considerevolmente le morti delle donne per parto, la nascita di bambini con handicap gravissimi
Elisabetta ha scritto:Fermo restando che ci sono adulti sanissimi che sono stati nutriti con il latte artificiale, vogliamo mettere in condizioni la donna di scegliere (per motivi che non dobbiamo essere noi a discutere e che appartengono alla sua intimità) se allattare al seno o meno e per quanto farlo?
Elisabetta ha scritto: Sono meno mamme perché scelgono di fare uso del biberon? Ancora con questi sensi di colpa?
Elisabetta ha scritto:quanto è salubre poter condividere la nutrizione del piccolo con il padre del bambino usando il biberon?
Elisabetta ha scritto:E se anche fosse dimostrato, e non lo è, che i piccoli che si nutrono di latte artificiale non cresceranno forti e sani come quelli attaccati al seno, per favore che si vadano anche a controllare i prodotti che i genitori scelgono per la nutrizione dei loro figli in tutta l'età dello sviluppo (vedi merendine, insaccati, succhi di frutta pieni di zucchero, ecc.).
Elisabetta ha scritto:spero faccia capire quanto questa società sia portata a controllare i corpi delle donne
Rosanna ha scritto:Per femminile naturale intendo proprio la femminilità repressa: il nostro senso materno (che non mi è mai stato tramandato da mia madre), il nostro senso artistico, la nostra sensibilità (NB: che non vuol dire fragilità emotiva), il nostro ciclo mestruale e la nostra sessualità (repressi sotto l'influsso della chiesa cattolica), la nostra naturale indole di naturopate (in antichità chiamata "stregoneria" per lasciare un campo potenzialmente redditizio al solo maschio), la nostra bellezza "naturale" non vincolata a canoni estetici sessuali maschili (labbra da bocchinara, seno alla Pamela Anderson, viso senza età,ecc.), le nostre curve naturalmente adiposamente femminili.
Rosanna ha scritto: Se fossi io in politica riconoscerei ad ogni donna casalinga uno stipendio mensile. Chi fa questa scelta oggi invece, non solo si ritrova ad essere dipendente dal marito economicamente, ma si ritrova anche senza una pensione. Allora ci tocca andare a lavorare, pagare l'asilo nido, la donna delle pulizie, la tata che vada a ritirare nostro figlio dall'asilo e affidare ai nonni buona parte dell'educazione dei nostri figli.
In sintesi: ognuna DEVE far ciò che più gli è congeniale. Ognuna DEVE avere i mezzi per poterlo fare: sia la donna in carrriera (politica o aziendale), sia la donna casalinga.
devo averlo già scritto da qualche parte, e forse quindi mi ripeto. Le mestruazioni indicano che non si è incinte o in allattamento e quindi non si sta adempiendo al ruolo riproduttivo. Nelle società agricole e della produzione ciò significava meno braccia per il lavoro, la guerra e la cura. In ogni caso le donne, visto i tempi di gravidanze, aborti spontanei, allattamenti e in generale una vita con un'aspettativa più breve di quella odierna, le mestruazioni le vedevano davvero poco. Sicuramente meno di noi.Rosanna ha scritto:Qualcuna sa le origini di questo tabù?
ecco, non è proprio esattamente così, questo è proprio un esempio di costruzione culturale ma il senso è sempre lo stesso: se sei mestruata non hai dentro di te vita nuova. Non è questione di impurità ma di assenza.Elisabetta ha scritto:Sacre Scritture: la donna mestruata era considerata "impura" in quei giorni, e le persone dovevano evitare persino di sedersi sulla stessa sedia utilizzata dall'"impura"
quoto in pienoRosanna ha scritto:E non ci sono ruoli sessuali predeterminati dove l'uomo (principe, cacciatore, guerriero) è sempre il salvatore della bella e stupida principessa o dove la bella e stupida principessa è sempre succube del fato, in debito con l'uomo e mai resposabile delle sue azioni.
allattamento: perchè nessuna donna dice, racconta che è anche un atto sessuale che può dare piacere quanto un orgasmo? La suzione può significare davvero piacere per la madre. Non lo si dice perchè altrimenti dobbiamo scardinare altro tabù, e che cioè si può godere e non soffrire, cioè non sacrificarsi ed immolarsi come prescritto per i figli nell'atto di allattarli?Elisabetta ha scritto:Per molte è un'esperienza splendida, per altre no
Elisabetta ha scritto:“femminile naturale”
ripeto ciò che credo rispetto al naturale e al culturale: ben poco attiene realmente al naturale. Le differenze biologiche fondamentali: la donna partorisce e allatta, l'uomo no. Tutto il resto è sovrastruttura culturale non immutabile e sempre negoziabile. E non è detto che a breve, grazie alla tecnologia (prodotto culturale, lo ricordo) non si abbia tale mutamento biologico per cui pure gli uomini possano partorire ed allattare.Elisabetta ha scritto:“virilità naturale”
Rosanna ha scritto:Quanto è ancor più salubre poter condividere la nutrizione del piccolo con il padre del bambino usando il biberon pieno di latte materno?
Concordo in pieno, e aggiungo un aspetto che nessuna di voi due ha toccato: il tempo. Ogni donna deve poter scegliere SEMPRE cosa vuole fare. I tempi della vita di una donna possono richiederle di essere diversa: ruoli diversi creano esigenze differenti ed esigenze differenti creano assunzioni di ruoli diversi nel proseguio della sua vita. Nessuna scelta deve escludere una possibilità di scelta diversa in un altro momento della vita di una donna. Forse è questo il primo, vero, indistruttibile tabù sociale da scardinare. Sono giovane e forte, perchè non posso dedicare ORA le mie forze alla procreazione, aiutata socialmente in questo, e POI dedicarmi alla realizzazione professionale? Perchè se decido di essere imprenditrice della mia famiglia non posso che essere vista come "casalinga" a vita, tagliata fuori dalla possibilità di riprendere gli studi e procurarmi un reddito che mi consenta autonomia?Elisabetta ha scritto:In sintesi: ognuna DEVE far ciò che più gli è congeniale. Ognuna DEVE avere i mezzi per poterlo fare: sia la donna in carrriera (politica o aziendale), sia la donna casalinga.
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