da michela2014 » sab set 20, 2014 11:39 am
Carissime tutte,
tengo molto a scrivere la mia testimonianza di guarigione sperando di restituire la stessa speranza che tante volte ho trovato io nelle vostre storie.
Sono stata una delle numerosissime utenti che credo non compaiano sul Forum ma che traggono quotidianamente proficue informazioni e sostegno dal prezioso lavoro che, giorno dopo giorno, voi tutte fate per dare voce ad un dolore che, purtroppo, ancora troppo spesso, viene non visto o, ancora peggio, “vittimizzato” dalla superficialità di tanti, troppi medici che lo trattano con i limiti della propria non riconosciuta disinformazione o relegandolo a condizione esclusivamente psicosomatica come se, anche qualora fosse vera tale spiegazione, potesse magicamente aiutare la persona a guarire.
Sono una psicoterapeuta e ho dovuto subire anche tutti gli effetti delle spiegazioni che autonomamente mi davo guidata dalla mia formazione clinica, spesso io stessa ho pensato che la mia cistite ricorrente, poi divenuta cronica, fosse in relazione con fattori esclusivamente psicologici. Più mi dicevo questo e più peggiorava la mia condizione psichica, avvalorando così l’ipotesi di tanti medici che di fronte alla mancanza di evidenze cliniche mi liquidavano facendo appello all’onnipotenza dello “stress”.
Nel frattempo la mia condizione fisica peggiorava, i dolori, bruciori, crampi erano costanti, non mi abbandonavano mai, i sintomi di quella che credevo fosse una cistite (costante senso di peso, stimolo continuo) mi perseguitavano, non mi abbandonavano né durante il giorno né durante la notte. Non riuscivo più a stare seduta, ricordo che ad un certo punto non riuscivo più neanche a camminare. Dopo due anni dall’esordio dei sintomi sono rimasta a letto per dieci giorni senza sapere cosa fare e soprattutto quasi rassegnata a due diagnosi approssimative di cistite interstiziale (una delle quali fatta al San Carlo di Nancy da persone che non credo sia opportuno chiamare medici) che a me sembrava una condanna a morte. L’unica cosa che riusciva a darmi speranza e sollievo era leggere il vostro sito care ragazze, anche se non avevo voglia di scrivere eravate per me una compagnia quotidiana.
Grazie a voi ho trovato il nominativo del Prof. Pesce che, casualmente, visitava proprio nel mio quartiere. Purtroppo ottenni l’appuntamento solo dopo tre mesi, la mia condizione continuava a peggiorare e indecisa sul sottopormi ad una cistoscopia (soprattutto opportunamente spaventata dalle vostre testimonianze), chiamai nuovamente la segretaria del professore che in modo molto cortese mi promise di contattarmi qualora si fosse liberato un posto prima della data del mio appuntamento.
Così fu, ricordo ancora la sensazione che provai quando uscii dallo studio di Via Tolmino, un misto di incredulità, speranza, profonda ammirazione per la professionalità e l’empatia che avevo trovato nello studio del professore.
Voglio condividere con voi un ricordo che ancora oggi mi fa commuovere: durante la visita ero terrorizzata e sopraffatta dai dolori, la Dr.ssa Maura Iacomino, una collega del Prof. Pesce che era presente allo studio, si avvicinò al lettino sul quale ero stesa, potevo vedere il mio dolore rispecchiato nelle espressioni del suo viso, ad un certo punto mi prese la mano con forza comunicandomi con quello che mi arrivò come un semplice ma profondamente autentico gesto che, finalmente, ero nelle “mani giuste”. Da quel giorno ho sentito con sempre maggiore sicurezza che la mia fiducia aveva finalmente trovato qualcuno che se ne assumesse la responsabilità, senza false promesse o faciloneria, con la forza che solo la effettiva competenza può dare.
Ragazze su questo punto mi sento di insistere: non fermatevi alla prima porta e neanche alla centesima se non sentite dentro di voi che potete affidarvi al professionista che avete di fronte. Continuate a cercare anche a costo di essere etichettate come pazienti “difficili”, nella mia esperienza ho imparato che non esistono pazienti difficili ma incontri giusti o sbagliati, rapporti terapeutici che possono andare o non andare.
Sono passati due anni da quel primo incontro in cui il Professore mi diagnosticò un dolore pelvico cronico di elevata intensità, escludendo da subito l’ipotesi di cistite interstiziale. La strada è stata molto dura, ci sono state tante oscillazioni, molti bassi in cui ho pensato che non ne sarei mai uscita. I farmaci mi davano tanti effetti collaterali, seguivo le prescrizioni in modo parziale, riducendo mezza pasticca di lyseen, diminuendo gocce di laroxyl a mio piacimento, non mancavo però nessuna seduta di manipolazioni.
In realtà avevo sperato in una terapia più veloce, avevo creduto di vedere presto i risultati ma così non era, ebbi allora una brutta ricaduta dovuta all’interruzione del laroxyl, durante l’intervallo di tempo in cui il farmaco con cui l’avevo sostituito ancora non poteva fare effetto. E’ stato in questo momento che ho realizzato che dovevo impegnarmi per guarire, il Prof. Pesce mi stava dando degli strumenti molto validi ma che dovevo gestire io senza farmi sconti o sperando in scorciatoie. Dentro di me sentivo che qualcosa era cambiato, iniziai a sopportare con pazienza gli effetti collaterali dei farmaci dicendomi che non sarebbero durati per sempre, iniziai a seguire tutti i consigli comportamentali che il Professore mi aveva indicato, insomma riorganizzai in un certo senso la mia vita per guarire. Iniziai a trattare il mio dolore con rispetto e speranza. I risultati non si fecero attendere, dopo due mesi già stavo molto meglio, i bruciori spontanei erano quasi spariti, dentro di me ripetevo le parole del Professore “ci vogliono sei mesi per stare meglio ed un anno per guarire”, quando ero sopraffatta dal dolore inoltravo una mail al professore che non si è mai sottratto dal rispondere. Mi sono resa conto di essere guarita quando ho perso il conto dei giorni di terapia…
Posso dire oggi che sono convinta che se non avessi incontrato il Prof. Pesce non avrei avuto la stessa esperienza che vi sto raccontando, è una persona che porterò per sempre nel mio cuore.
Per questo riferimento che mi avete dato e per tutte le vostre testimonianze di guarigione (che ripeto leggevo spessissimo nei momenti più duri), i vostri consigli e le nozioni (che pochi medici credo maneggino in questo modo) vi voglio dire un sentito GRAZIE con tutta la mia stima per offrire uno spazio così prezioso a tutte le donne che soffrono di problematiche ancora non opportunamente conosciute. Spero di ricambiare e di contribuire a sconfiggere questa coltre di disinformazione che aleggia ovunque, dalla mia esperienza anche nella psicoterapia, impegnandomi quanto più possibile a sensibilizzare i miei colleghi sul tema.
Spero che la mia testimonianza possa servire a tutte coloro che ancora non sono guarite ma che…ce la faranno!!! Coraggio ragazze faccio il tifo per voi!!
Un abbraccio a tutte con sentito affetto!
Michela