ECCOMI...FINALMENTE
Inviato: mer mar 12, 2014 5:12 pm
Un giorno qualunque di Aprile 2010…
Sto guidando verso casa, e piove a dirotto.
Sono sola e tengo gli occhi sulla strada, ma non vedo nulla, tutto davanti a me è sfocato e grigio. Nella mente un solo pensiero fisso: il mio cellulare e un numero sconosciuto che compongo con folle e fredda determinazione. Me l’ha trovato su internet la mia amica/collega Stefania, maga della rete, capace di trovare un codice numerico in un groviglio immenso di parole, urla, preghiere, nicknames e storie senza volto.
Piove senza tregua e l’auto procede lenta tra le altre, la mente incollata all’orecchio ascolta solo il suono libero e monocorde della chiamata appena inoltrata. Aspetto senza crederci, ma senza alcuna alternativa, una voce oltre l’apparecchio. Solo il rumore ritmico dei tergicristalli mi tiene flebilmente aggrappata alla realtà.
“Pronto? …Rosanna? Scusa tu non mi conosci, mi chiamo Patrizia….”
Poche parole di una voce sorridente, una voce reale che promette un prossimo appuntamento al telefono, di lì a poche ore…il tempo della cena.
Attacco ancora incredula che questa donna mi abbia ascoltata, forse non mi risponderà mai più, forse è finita qui. E mentre il pollice chiude la chiamata, magicamente scatena un pianto dirotto che mi scuote vigorosamente, un pianto di dolore immenso per essere ridotta alla pazzia chiamando una sconosciuta che avrebbe potuto chiudere subito, un pianto di vergogna, lacrime di gratitudine…la promessa di una speranza.
Ancora non riesco a credere di aver trovato qualcuno (e saranno molto più di una), molto al di là di questa città, che sa che sto soffrendo, sa che nessuno finora mi ha creduto, nemmeno in casa mia; sa che non riesco più a sorridere nemmeno alla mia bambina, sa che ho paura che il mio uomo anche solo mi tocchi, sa che mi addormento ogni notte sperando che tutto diventi solo un brutto sogno, sa che poi mi sveglio e che voglio morire…
Sa tutte queste cose ma non ho dovuto dirgliele, nemmeno la seconda volta o la terza che l’ho chiamata. Una donna che mi ha risposto comunque, che ha accolto il mio dolore, apparentemente composto, smembrato in mille dubbi e domande, e isterizzato dalla logica - la mia unica difesa. Un dolore che era ormai disperazione ottusa e pedante. Una disperazione che non credeva e non si aggrappava più a nulla.
Tutto questo si vede chiaramente nel mio modo di raccontarmi dal giugno di quell’anno. Quando un oceano di parole, speranza e conforto mi ha investita sul forum, nonostante la mia insopportabile tendenza al dubbio. La mia caparbia riluttanza ad affidarmi all’amore, come sempre nella mia vita.
Un lunghissimo percorso durato tre anni interi di lotta senza quartiere alla cistite. Un viaggio costellato di fallimenti e pianti, come di inesorabili sottili o improvvisi miglioramenti. Un’avventura furiosa a cui hanno preso parte “le donne della mia vita” che - assieme a mia figlia - mi resteranno dentro, di cui non dimenticherò mai nulla. Le ragazze del forum.
Tutte voi sapete che siete nella lista delle mie salvatrici, siete state il contenitore di tutta la merda che la cistite si porta dietro, un enorme cloaca in cui potersi abbandonare senza sentirsi perdenti o contaminate dalla malattia. Un grande abbraccio in cui sentirsi protette, importanti e uniche in una condizione profondamente condivisa e condivisibile.
Mi avete cambiata - e non solo perché oggi posso dire di essere guarita – perché da quando ho trascorso un pezzo della mia vita con voi, sono cresciuta come persona, ho imparato cosa sia davvero la sorellanza. Ho scoperto l’immensa risorsa dell’amicizia femminile. E nessun uomo mi ha mai fatta sentire così importante e valorizzata, né mai potrebbe.
Siete le ragazze che mi hanno aiutata a riconquistare il futuro.
In particolare tu Rosanna, mi hai - senza eufemismi - salvato la vita. I tuoi consigli imperterriti, hanno sistematicamente smontato le mie stupide resistenze per aprirmi finalmente la strada verso la guarigione; verso questo momento di impagabile felicità e di speranza, un momento che ho finalmente il coraggio di celebrare, perché davvero non ne ho più paura.
12 marzo 2014: due anni senza la cistite.
Sto guidando verso casa, e piove a dirotto.
Sono sola e tengo gli occhi sulla strada, ma non vedo nulla, tutto davanti a me è sfocato e grigio. Nella mente un solo pensiero fisso: il mio cellulare e un numero sconosciuto che compongo con folle e fredda determinazione. Me l’ha trovato su internet la mia amica/collega Stefania, maga della rete, capace di trovare un codice numerico in un groviglio immenso di parole, urla, preghiere, nicknames e storie senza volto.
Piove senza tregua e l’auto procede lenta tra le altre, la mente incollata all’orecchio ascolta solo il suono libero e monocorde della chiamata appena inoltrata. Aspetto senza crederci, ma senza alcuna alternativa, una voce oltre l’apparecchio. Solo il rumore ritmico dei tergicristalli mi tiene flebilmente aggrappata alla realtà.
“Pronto? …Rosanna? Scusa tu non mi conosci, mi chiamo Patrizia….”
Poche parole di una voce sorridente, una voce reale che promette un prossimo appuntamento al telefono, di lì a poche ore…il tempo della cena.
Attacco ancora incredula che questa donna mi abbia ascoltata, forse non mi risponderà mai più, forse è finita qui. E mentre il pollice chiude la chiamata, magicamente scatena un pianto dirotto che mi scuote vigorosamente, un pianto di dolore immenso per essere ridotta alla pazzia chiamando una sconosciuta che avrebbe potuto chiudere subito, un pianto di vergogna, lacrime di gratitudine…la promessa di una speranza.
Ancora non riesco a credere di aver trovato qualcuno (e saranno molto più di una), molto al di là di questa città, che sa che sto soffrendo, sa che nessuno finora mi ha creduto, nemmeno in casa mia; sa che non riesco più a sorridere nemmeno alla mia bambina, sa che ho paura che il mio uomo anche solo mi tocchi, sa che mi addormento ogni notte sperando che tutto diventi solo un brutto sogno, sa che poi mi sveglio e che voglio morire…
Sa tutte queste cose ma non ho dovuto dirgliele, nemmeno la seconda volta o la terza che l’ho chiamata. Una donna che mi ha risposto comunque, che ha accolto il mio dolore, apparentemente composto, smembrato in mille dubbi e domande, e isterizzato dalla logica - la mia unica difesa. Un dolore che era ormai disperazione ottusa e pedante. Una disperazione che non credeva e non si aggrappava più a nulla.
Tutto questo si vede chiaramente nel mio modo di raccontarmi dal giugno di quell’anno. Quando un oceano di parole, speranza e conforto mi ha investita sul forum, nonostante la mia insopportabile tendenza al dubbio. La mia caparbia riluttanza ad affidarmi all’amore, come sempre nella mia vita.
Un lunghissimo percorso durato tre anni interi di lotta senza quartiere alla cistite. Un viaggio costellato di fallimenti e pianti, come di inesorabili sottili o improvvisi miglioramenti. Un’avventura furiosa a cui hanno preso parte “le donne della mia vita” che - assieme a mia figlia - mi resteranno dentro, di cui non dimenticherò mai nulla. Le ragazze del forum.
Tutte voi sapete che siete nella lista delle mie salvatrici, siete state il contenitore di tutta la merda che la cistite si porta dietro, un enorme cloaca in cui potersi abbandonare senza sentirsi perdenti o contaminate dalla malattia. Un grande abbraccio in cui sentirsi protette, importanti e uniche in una condizione profondamente condivisa e condivisibile.
Mi avete cambiata - e non solo perché oggi posso dire di essere guarita – perché da quando ho trascorso un pezzo della mia vita con voi, sono cresciuta come persona, ho imparato cosa sia davvero la sorellanza. Ho scoperto l’immensa risorsa dell’amicizia femminile. E nessun uomo mi ha mai fatta sentire così importante e valorizzata, né mai potrebbe.
Siete le ragazze che mi hanno aiutata a riconquistare il futuro.
In particolare tu Rosanna, mi hai - senza eufemismi - salvato la vita. I tuoi consigli imperterriti, hanno sistematicamente smontato le mie stupide resistenze per aprirmi finalmente la strada verso la guarigione; verso questo momento di impagabile felicità e di speranza, un momento che ho finalmente il coraggio di celebrare, perché davvero non ne ho più paura.
12 marzo 2014: due anni senza la cistite.