Riporto alcuni spezzoni molto significativi per chi non avesse il tempo o la pazienza di leggere tutto l'articolo:
Dopo che clitoride e piccole labbra sono state letteralmente raschiati via, nei casi più compassionevoli tagliati, gli organi genitali vengono ricuciti in modo che una spessa fascia di tessuto formi una cintura di castità costituita dalla carne cicatrizzata. Viene lasciata una minuscola apertura, opportunamente posizionata, per la fuoriuscita di un sottilissimo flusso di orina ( Ci si accorge che una donna non è infibulata semplicemente sentendola orinare. Le donne infibulate riconoscono subito la non infibulata, la donnaccia perché orina con un getto forte, cioè “come un uomo”.) Solo con grande forza e sofferenza si potrà in seguito allargare l’apertura, lacerando il tessuto cicatriziale e permettendo così di avere rapporti sessuali.
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A causa della infibulazione rifatta dopo il parto, una giovane donna non riusciva più ad espellere il sangue mestruale. Era stato lasciato un orifizio, ma la suppurazione che era seguita aveva causato un edema, in altre parole un gonfiore ai tessuti, e l’edema aveva chiuso l’orifizio. Il sangue mestruale non potendo defluire era rimasto a stagnare trasformando la vagina in una sacca piena di sangue, che a causa della presenza di batteri era “marcito”, la vagina era diventata una boccia che premendo sulla vescia le impediva di svuotarsi e la vescica era diventata enorme. La pressione nella vescica era aumentata, perciò i reni non riuscivano a lavorare e si stavano distruggendo. La vescica diventata, a sua volta, una boccia enorme premendo sull’intestino aveva causato un blocco intestinale. Io dovevo svuotare la vagina e la vescica. La cosa più urgente era mettere un catetere che drenasse l’urina, ma in quel disastro di tessuti cicatriziali martoriati e suppuranti era impossibile capire dove fosse l’uretra quindi avevo svuotato la vescica passando per via addominale: si infila un grosso ago attaccato a un tubicino nella vescica attraverso la parete addominale. Una volta svuotata la vescica, reni e intestino avrebbero ricominciato a funzionare. A quel punto avevo svuotato la vagina riaprendo per l’ennesima volta la vulva di quella povera donna. Era uscito il sangue, nerastro, infetto, con un odore nauseabondo e a quel punto gli avvoltoi attirati dall’odore di morte erano venuti a sbattere contro le zanzariere. La donna sarebbe morta da lì a poco per infezioni urinarie ricorrenti e insufficienza renale.